Leanò è una delle voci più interessanti dell’underground milanese, di quelle di una potenza disarmante che nascondono tanta fragilità. Ha da poco pubblicato da pochissimo un nuovo singolo dal titolo Alba a cui seguirà un primo ep dal titolo Tempio, fuori il 6 luglio per Sunbeat Music. Ne abbiamo parlato direttamente con lei.
C’è una qualche relazione tra Alba e Notte?
Entrambe le canzoni parlano dell’importanza di fermarsi un attimo e di godersi il momento. In “Notte” c’è più un’autoriflessione legata all’importanza di restare soli con i propri pensieri, in “Alba” lo sguardo si rivolge più verso l’esterno e nella condivisione con gli altri, un po’ come se fosse un’apertura, un nuovo inizio.
Cosa succede nella tua testa quando arriva la giusta ispirazione?
Sicuramente l’ispirazione giusta arriva quando sento il bisogno – quasi fisiologico- di mettere a parole quello che sto provando o che ho provato. A volte nasce per gioco, a partire dalle cose che vedo intorno a me, altre volte è un lavoro di introspezione più profondo attraverso cui cerco di capire cosa mi passa per la testa.
Ci sono due tipi di scrittura che uso di più: quella più schematica che faccio per esercizio, e quella più di petto, che di solito mi porta fuori le cose migliori, più sentite. Con il secondo approccio entro in un “flow”, in cui sono totalmente immersa in quello che sto facendo, e anche se per altre attività tendo a distrarmi facilmente, in questo stato non devo sforzarmi di restare concentrata perché viene tutto da sé, un po’ come respirare.
Tempio è un disco che nasce tutto insieme o riunisce le classiche canzoni che avevi tenuto nel cassetto?
Tempio non nasce tutto insieme, ma ho ho fatto una selezione di quelle canzoni che hanno lo stesso filo conduttore, anche se scritte in momenti diversi. Ho unito quei brani in cui nei testi il rapporto che ho con la natura è più evidente e/o sentito al momento della scrittura.
Il tuo posto preferito a Milano? Perché?
I Liberi Giardini Baiamonti perché appoggio la causa e perché dovrebbero esserci più spazi verdi del genere a Milano.
La LibrOsteria perché è un po’ una seconda casa e perché grazie a loro non sono più astemia.
Cosa c’è nel tuo futuro tra un anno? E tra cinque?
Non ne ho idea, sicuramente tanta musica!