Per la nostra consueta rubrica #senzacontesto, oggi vi presentiamo Daniele Capone, in arte Løve, artista romano che di recente abbiamo sentito passare in radio con il suo ultimo brano che mette insieme le sonorità tipiche dell’indie e altre più vicine al rap: Lune storte.
Ciao! Questa sarà un’intervista un po’ atipica: ti verrà chiesto di elencare e commentare cinque cose. Cominciamo:
Il disco che ti ha più segnato nel 2020:
1990 di Achille Lauro. È una scelta particolare considerando che il genere di musica che faccio e che generalmente ascolto è un po’ diverso da quello di questo disco. La cosa che più mi ha colpito è l’idea sottostante a questo progetto, la contaminazione di generi, la versatilità del rap, che si trasforma e si mette al servizio della ritmica e delle sonorità della musica dance.
Il film che hai guardato da solo durante la quarantena
Interstellar. E lo riguarderei ancora molte volte, penso sia uno di quei film che fanno riflettere tanto. Una volta terminato sono rimasto per vari minuti a pensare su cosa avessi appena visto, sul quanto noi genere umano, siamo nulla in confronto all’immensità della natura, e sulla relatività del tempo e dello spazio. Sono un grande appassionato di Christopher Nolan, le trame intricate dei suoi film mi aprono sempre un mondo.
La canzone che ti ricorda l’ultima volta che sei stato innamorato
Nervous di Gavin James. Ho conosciuto questa canzone poco più di un anno fa, e ne sono rimasto subito estasiato, in misura ancor maggiore dalla sua versione acustica piano e voce, non tanto per la complessità melodica, quanto per la voce del cantante, le vibrazioni che trasmette, ed il testo, poetico e mai banale; ogni volta che la sento mi viene la pelle d’oca. Mi ricorda fortemente la mia ultima relazione sentimentale, nella quale avevo un coinvolgimento emotivo molto intenso, e questa canzone mi ha accompagnato in vari momenti nell’arco della relazione. Le sue parole le ho sempre sentite vere, calzanti sulla mia pelle.
Quel libro che devi leggere ma che non ti ha mai convinto abbastanza
L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud. Premetto che mi sto per laureare in psicologia, e sto preparando proprio in questo periodo la mia tesi di laurea, dunque ho studiato questo libro di Freud, ovvero so di cosa tratta, ma non ho mai letto il libro integralmente. Proprio per questo so che devo assolutamente leggerlo perché credo che chiunque si laurei in psicologia lo debba leggere prima o poi, ma allo stesso tempo ho sempre avuto sentimenti ambivalenti e timorosi nei confronti di Freud, la sua genialità e allo stesso tempo forse anche un po’ quel suo lato quasi folle alla vista di una persona comune, mi hanno sempre molto incuriosito ma anche a volte spaventato.
Una foto senza nessun tipo di contesto
Ho scelto questa foto perché è molto semplice, ma qui dentro, in queste poche cose ci sono tutto io. Questa è la mia camera, da qui è sempre nato tutto, da due accordi abbozzati sul piano, o da due corde pizzicate della chitarra. Il microfono, gli spartiti, gli strumenti, lo sgabello del piano, ogni dettaglio di questa foto dice qualcosa di me, per questo l’ho scelta.
