I May Gray sono un power trio, che suona un rock massiccio cantato in italiano, con una venerazione per il rock anni ’90. Ritorno al sereno è il loro secondo album: otto canzoni molto veloci e brucianti, basate su idee semplici e dirette, ma anche in grado di andare a segno.
May Gray traccia per traccia
Si parte da Camilla, nome tranquillo per una canzone di rock piuttosto potente anche se disteso su spazi larghi, con cori e un carattere solare, nonostante evidenti influenze post grunge.
Velocità alte e carattere mobile in Testa in tasca, altro pezzo piuttosto diretto. Si corre veloci In un altro mondo, con il drumming a martello che contrasta con un cantato non troppo aspro.
Tracciare una via (100 cose) assomiglia a una power ballad, con le luci che si oscurano ma anche con cambi di ritmo e qualche esplosione. Tra di noi parte da un giro di chitarra per poi svilupparsi in sensi elettrici, con un buon lavoro del basso.
I battiti si affastellano veloci e pesanti in Amnesia, altro pezzo ruvido e ruggente. Atmosfere più aperte quelle di Maniglia, mentre si chiude in modo estremamente intimo con Via Pennisi, ballata con pianoforte, tromba e struggimento.
Disco “semplice” perché molto diretto, Ritorno al sereno conferma le qualità dei May Gray, per esempio la sincerità degli intenti. Ma anche una freschezza nei risultati, una certa potenza, e un umore non troppo claustrofobico, che li differenzia da molti pari grado.