Milo Scaglioni, “Invincible Summer”: recensione e streaming

A sei anni di distanza da Simple Present torna il songwriter Milo Scaglioni con Invincible Summer, il nuovo disco disponibile in distribuzione Artist First su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo capitolo già anticipato dal singolo Locked in a circle, pubblicato a dicembre.
Invincible Summer fa riferimento a un verso di una poesia di Albert Camus, in parte abbandona l’oscurità psichedelica a cui ci aveva abituato Milo Scaglioni, per accompagnarci verso una nuova dolce-amara e sopravvissuta speranza: quella di chi vive un’invincibile estate, anche nel più freddo degli inverni.
Mentre Simple Present si ispira alla psichedelia dei tardi anni Sessanta e al cantautorato di autori come Elliott Smith e Nick Drake, la sua seconda raccolta di canzoni in inglese spazia in una direzione più eclettica.
Milo Scaglioni traccia per traccia
Si parte dalla title track, una strumentale e molto orchestrale Invincible Summer che, con qualche accento lirico-sinfonico, introduce al disco con un passo calmo e con un mood avvolgente.
Quasi senza cesure, si passa a una più pop Locked in a Circle, storia di un loop che mantiene caratteristiche ariose ma calandosi in idee più british e quasi beatlesiane.
Morbida e acustica Sketches in the Sand, che mantiene l’attitudine all’abbraccio, mettendo in evidenza il cantato e la voce calda di Milo. Finale con vaghi accenni quasi floydiani.
Si torna a un pop cadenzato e abbastanza tranquillo con It’s no Over, che colleziona influenze internazionali e le rende in modo plastico e personale. Paradossi nel titolo di The Sound of One Hand Clapping (citazione zen, cinematografica e letteraria), con una crescita graduale e sonorità simil-psych con idee che viaggiano dai Sixties fino a band anni 2000 tipo Elbow.
Lunga e tranquilla ecco poi From Paris to Amsterdam, che parte molto placida e poi aggiunge drumming e un piano gershwiniano, a regalare suggestioni ed evoluzioni. Oltre che da Parigi ad Amsterdam, il brano sembra viaggiare anche fra New York e Liverpool, con una chiusa però particolarmente sognante e adatta a tutti i cieli.
Molto animata Shaking, che su ritmi comunque rilassati costruisce una piccola jam session ricca e articolata. Molto più intima Beautiful Daughter, che però mostra anche profili un po’ più inquieti, con una chitarra molto insinuante.
Rumorosa e colorata, ecco poi Electric Shush, episodio chiaramente psichedelico e anche molto free. La chiusura è affidata a Girl on the Phone, che recupera un altro lato della psichedelia offrendo la propria tranquillità acustica a una crescita sonora molto graduale.
L’unica cosa che non capisco del disco di Milo Scaglioni è la copertina (ma sicuramente c’è una spiegazione intelligente). Per il resto siamo di fronte a un disco concreto e maturo, capace di evoluzioni rispetto ai precedenti, ricco di ispirazione, ben scritto e ottimamente arrangiato. Merita sicuramente attenzione e molti ascolti.