Esce oggi, venerdì 19 marzo, Uno (Bianca Dischi/distr. Artist First), l’album d’esordio di Modigliani, prodotto da Valerio Smordoni (Coez, Gazzelle) e Samuele Dessì.

All’interno del disco troviamo le due anime dell’artista, in continua battaglia tra di loro: due fazioni, due tifoserie opposte, una che lo spinge a mettersi sempre al centro dell’attenzione l’altra che lo porta sempre a nascondersi.

Dentro questo disco c’è tanta di quella battaglia presente dentro me, come se fosse una battaglia tra due squadre, due che si scontrano ormai da tempo, creando ansie, malumori, piccole gioie e canzoni. Si chiama “UNO” perché è un inizio, una ripartenza, ho dovuto lasciare per ricominciare, ho dovuto toccare il fondo per fermare la caduta e adesso, forse, sono più preparato per questa uscita: non riesco più a tenerlo nascosto, come quelle cose che ti tieni dentro e a un certo punto devi per forza farle uscire.”

Modigliani traccia per traccia

Si parte da una citazione di De Gregori, giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito: Questa serie è una bomba parla di gente che sta bene a casa, riempiendo le casse di suoni morbidi.

Chitarra acustica e sentimenti in bella evidenza con Tu non crolli mai, che ha l’aria e tutti i desideri della ballatona, rotonda, malinconica e soffice.

La citazione qui è di Battisti, ma Nuotare è un brano che sa di un estivo battagliero. Vibra parecchio anche Vino rosso, senza mollare gli abiti pop ma aggiungendo un po’ di power e di pepe qui e là.

C’è il mare anche nella musicalmente articolata Lasciare per ricominciare, che vede l’intervento vocale di Scarda, in un duetto che sa di romantico ma anche di dinamico.

Più moderate le arie di Derby, che parla del sole di febbraio e che introduce qualche metafora calcistica inevitabile. Romantica parla di notti passate in giro e di sveglie dentro a un bar (e il coprifuoco?) con un po’ di chitarra acustica appena accennata.

Prende un giro un po’ brit Sigarette, che sono insicurezze, ritmate ed enumerate, tra ricordi e infrazioni al codice della strada. Si chiude con Piccole città, ultima ballad che si allarga piano, con un po’ di voglia di fuga ma senza eccessivi struggimenti.

Tutto al posto giusto nel disco di Modigliani, che apprende le lezioni del cantautorato e del pop e le mescola con gusto dentro canzoni semplici e spesso delicate, misurate e senza la voglia di strafare.

Genere musicale: itpop

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