A più di un anno dall’uscita del secondo lavoro, Ourobouros, sempre su RareNoiseRecords, i Naked Truth si ripresentano al pubblico con la loro terza opera, Avian Thug.
Con una formazione composta da Graham Haynes (figlio di Roy Haynes) al corno ed elettronica, Pat Mastelotto (dei King Crimson e degli Stickmen) alla batteria e percussioni elettroniche, Roy Powell (di Interstatic) all’organo Hammond, Fender Rhodes, Piano acustico, Hammond e tastiere e infine l’originatore del gruppo, Lorenzo Feliciati, al basso elettrico, chitarre e tastiere, la band pubblica sull’etichetta “omni-genere” RareNoiseRecords.
Naked Truth traccia per traccia
Si parte con Rapid Fire, in cui i fiati si alzano a livelli decisamente elevati, volando su un terreno in cui tastiere, batteria e bassi disseminano sonorità piuttosto concrete. Lazy Elephant si muove con cautele maggiori, con un drumming più ragionato e ancora il corno a dispensare momenti non sempre sereni.
In Trap Door invece si erge a protagonista iniziale la chitarra, ma sui sentieri math rock che si dipanano dopo la partenza, c’è spazio per traiettorie disegnate prima dal basso e poi dagli altri strumenti. Sensazioni di inquietudine diffuse e slanci verso l’alto caratterizzano Tense Shaman, in cui l’elettronica si fa spazio progressivamente nel discorso. La parte finale del brano alza l’intesità progressivamente e fa emergere tutte le tonalità delle tastiere.
Con un fuoco di sbarramento di disturbi e scherzosità assortite, la title track Avian Thug prende il via, lasciano poi spazio a un sound più marcatamente progressive, anche se con ebollizioni e uscite continue dal tracciato. Day Two at Bedlam costituisce una frenata per l’album, come se il ritmo si impantanasse improvvisamente in pastoie difficili da superare.
Arriva da lontano Moon at Noon, con una preparazione di pianoforte e con alcune convulsioni di basso. Ma dopo la lunga introduzione il brano cambia ritmo e acquista personalità e materia, con Feliciati impegnato a mostrare tutte le proprie doti in un lavoro paziente e consistente.
Grandioso e multidirezionale, il disco dei Naked Truth si qualifica per una scelta attenta dei suoni da proporre e per una non scelta riguardo a un genere preciso cui aderire: non abbiamo la più pallida idea se abbiamo finito di ascoltare un disco jazz, math rock, mathcore, progressive o chissà che. Abbiamo la certezza di aver ascoltato un buon disco, e tanto basta.