La cabala, cabbala, qabbaláh o kabbalah (in ebraico: letteralmente ‘ricevuta’, ‘tradizione’) è l’insieme degli insegnamenti esoterici propri dell’ebraismo rabbinico, già diffusi a partire dal XII-XIII secolo. E questo lo diciamo in giorni in cui Wikipedia è in sciopero, per dire.

Ma è questa l’introduzione che presenta il nuovo album di Riccardo Noè. Il punto di partenza è la comunanza tra musica e miti religiosi, un racconto sonoro fatto di drone music, noise e sonorità cinematiche.

Un album focalizzato appunto sulla mitologia ebraica, dalla torre di Babele all’albero della vita e ispirato musicalmente da luminari come John Cage, Stockhausen, Berio, passando per compositori di classica moderna fino ai più sperimentali Alva Noto, Jon Hopkins, Johann Johannsson e Ben Frost. Da segnalare la partecipazione di tre giovani e ambizioni producer italiani come Go-Dratta, Howtobeanastronaut e A Safe Shelter.

Riccardo Noè traccia per traccia

Si parte da un’Intro-Bereshit, con la partecipazione di Da’at, che fa i conti fin da subito con gli scenari elettronici suggestivi e un po’ distorti, da film di fantascienza contemporaneo e/o postmoderno, che si incontreranno anche nel resto del disco.

Etz Chaim, con Howtobeatanastronaut, preferisce lavorare in punta di sample, con movimenti quasi sempre controllati e ridotti. Con Adam si arriva alla creazione dell’uomo, rappresentata da un decollo verticale e da rumori industrial a ricordarne le imperfezioni.

Lilith, la prima moglie di Adamo, emerge piano da sentimenti liminali e costruzioni subliminali che Noè erige con l’aiuto di go-Dratta. In Babel emerge il pianoforte, anche se qui e là qualche idea noise arriva a sporcare il panorama. Poi si aggiungono mattoni musicali che aumentano a ogni giro, sotto colpi di sferza elettronica.

Si prosegue con  יַהְוֶה, parola di non facile lettura, è breve ma registra una vibrazione continua e crescente. C’è poi Noah, che con il musicista firmatario del disco potrebbe avere qualcosa a che fare, e che vede A Safe Shelter partecipare a un altro brano cinematografico che ha orizzonti molto vasti e discorsi forti da portare avanti.

Finanza e creatività si accostano in Rothschild, basata tutta su movimenti sotterranei e gutturali. Con Golem le questioni si ramificano e ci si immerge in una fucina di suoni ora piccoli ora più consistenti, alla ricerca di un simulacro di vita. Rumorosa e allarmante, Outro – Gog & Magog mette l’ascoltatore di fronte ai mostri dell’Apocalisse. Mostri dal livello di decibel molto alto.

Tematiche culturali impegnative per Riccardo Noè, che costruisce la propria arca e la mette in un mare colmo di sonorità elettroniche incurante delle tempeste che esplodono attorno. Ne nasce un disco completo e complesso, voluminoso, impegnativo ma anche importante.

Genere: elettronica, post rock, noise, industrial

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