Ultimamente sono io è il nuovo lavoro del cantautore pugliese Salvo Mizzle: sette tracce di cantautorato con qualche spruzzata di rock alternativo, con la collaborazione di Nicola “Nico” Faimali, che riveste anche il ruolo di produttore del disco, Maddalena Conni, Pietro Latiano, Dileo, Bruno Tomasello.
Anticipato dai singoli La nostra vita passata e L’estate della terza media, il disco esce per Beta Produzioni di MarteLabel, con la distribuzione di Artist First, sei anni dopo l’ultimo album ufficiale Belzebù pensaci tu.
Salvo Mizzle traccia per traccia
Il lavoro apre con Maledetta primavera, non una cover di Loretta Goggi (comunque citata con un breve calco), ma una presa di coscienza graduale e dolorosa, composta su ritmi e sensazioni di rock alternativo, per un crescendo sempre più ricco di sostanza e di emozioni.
Più moderati i suoni, ma non necessariamente i toni, di Ultima cena, che procede con voce, piano e chitarra a enumerare casi di varia umanità, con uno sguardo disincantato e qualche tristezza qui e là: “C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo”.
Ancora tranquillità nelle note de La nostra vita passata, che si muove tra malinconia e nostalgie di vario tipo, a guardare foto vecchie e a ricoprire d’oro i ricordi di giorni ormai andati. Il cantato è particolarmente vivo e quasi a rotta di collo.
Molto delicati gli scenari che regala Cuore di granita, duetto con Nico su ritmi piuttosto incalzanti. “Non sarà estate in eterno”: quindi, quasi con cautela, è bene esortare a viversela per quanto possibile.
C’è ancora il passato nei ricordi de L’estate della terza media, ora dolcissimi ora tremendamente amari, ma comunque resi più morbidi dalla luce dei tramonti di anni fa.
Si parla di Giganti, in compagnia di Dileo e di Bruno Tomasello, in una sorta di ballata movimentata e malinconica che, al suono della chitarra, osserva e medita sulle evoluzioni della vita.
A chiudere, ecco Come quando, che procede tranquilla lungo vie tutto sommato consolanti: proprio a fine lavoro, dopo tante nostalgie, il cantautore sembra dirci che tutto sommato anche il presente può non essere così male.
Con gentilezza, Salvo Mizzle apre la porta sul suo passato (che è quello di tutti, in fondo) e lo fa con un album ben scritto e ben suonato. Niente di stravolgente, anzi molto sottovoce, che diventa una cifra stilistica significativa, anche perché se si dicono cose importanti non c’è bisogno di urlarle.