Onde, l’album d’esordio di Sealow (nome d’arte di Simone Patti), è un tuffo oltreoceano, tra lo stile giamaicano e influenze afrobeat. Un mondo sonoro ancora poco esplorato nella nostra lingua, ma che trova nel giovane cantautore romano un portabandiera.
Le percussioni caraibiche formano una palette di suoni di riferimento che si amalgamano con una voce dal mellow mood reggae, mentre i testi hanno uno stile itpop nella sua deriva rap. Onde come una corrente di emozioni che seguiamo perché sono l’unica cosa che abbiamo. E poi c’è sempre lei, una ragazza al centro dei suoi pezzi e, giocando con le immagini della natura, ora è un’incantatrice con “occhi a sonagli”, ora ha un “sorriso di ghiaccio” o “nei e lentiggini (che) da lontano sono isole”.
Tra i produttori dell’album, pubblicato per Macro Beats (Ghemon, Mecna e CRLN) e distribuito da Artist First, figurano GuIRIE, Tommaso Colliva e lo stesso Sealow.
Sealow traccia per traccia
Occhi da Serpente è un amore pungente ma che ci riempie, tra solari poliritmie afrobeat fuse con una dolcezza e un’anima black che sa vagamente di Pino Daniele.
Baby Nuvole, lei è confusa dal senso di felicità, in cerca di “una forma di nuvola vera”. Una voce che racchiude una piacevole malinconia alla Manu Chao dentro vibrazioni afrofunk. In Lolita il levare e la clave non ci abbandonano, ma si mescolano ed alternano con un beat hip hop e R&B contemporaneo. Voce rappata alla Carl Brave e un accennato balbettio tipico di Ghali per parlare di infatuazioni social.
L’italiano sembra quasi portoghese in alcuni versi di Rayanair, il duetto con il celebre trombettista Roy Paci, protagonista di un denso e vivace assolo finale.
6Baby è una samba-reggae con intermezzi elettronici e una voce che rolla giocando con il suono “6”. Lo sciabordio di Onde, una chitarra in levare con un vibrato esotico e solo “sweetness intorno”.
Oggi Perdonami fiati perentori, pattern ripetitivi di basso e percussioni, una ricca orchestrazione alla Fela Kuti, dove però inneggia un’intima tristezza. Una traccia dedicata alla Roma del Gianicolo, in chiave hip hop e afroswing.
Le sonorità si fanno sempre più elettroniche e la voce si bagna per la prima volta di un leggero autotune a partire da Dancehall Boogie, un energico reggae soca con il riddim “Back it up gyal”.
I labirinti ritmici diventano un pop quasi dance e la Medicina è forse una donna di cui non poter fare a meno. Todo El Mundo un dub reggae molto soft, che sa di oceano, pioggia, gabbiani e sfuma in una voce effettata al punto giusto.
Anche se le sue influenze musicali sono ben precise, Sealow riesce a lasciare un’impronta stilistica unica e innovativa, dal forte carattere italiano.