Ci sono progetti musicali che è piacevole ritrovare lungo il percorso di una carriera: abbiamo iniziato a occuparci di Shiva Bakta addirittura nel 2014 (per l’album Third). Il nome d’arte dietro cui si nasconde lo spezzino, trapiantato a Bologna, Lidio Chiericoni, torna con un nuovo disco che è anche un tempo: 6/4 of Love, in uscita in digitale per Noja Recordings.
Sono dieci canzoni d’amore in 6/4 (più una in 3/4) quelle che compongono il disco. 6/4 of Love è una raccolta di canzoni d’amore che nel 2021 sentivano l’esigenza di altre unità di misura per farsi raccontare; dal crescendo folk orchestrale She’s an Alien, all’eterea Where Have You Been?, agli echi fine ’70 di Till Tomorrow, Sacrifice e Bubble, all’eccezione che conferma la regola di Get Over Me (3+3) (basata questa volta sul tempo di 3/4) al singolo apripista, I See You.
Shiva Bakta traccia per traccia
Si parte con gentilezza: She’s an alien ritrae un’aliena piuttosto tranquilla, si direbbe, con suoni per lo più acustici a fare da contorno a un brano di chiara estrazione indie folk di impronta internazionale e un po’ 90’s (Mercury Rev, da quelle parti lì).
Più ritmata e decisamente più inquieta Where have you been?, punteggiata di domande e di ansie, a illustrare soprattutto una mancanza.
Bubble si fa un tantino più scura nei colori, quasi soul/blues come sapori, ma con un minimo di muscolarità alla base. Dolce ma triste, ecco la misurazione temporale di Half an hour, accompagnata dal pianoforte e da una certa insistenza del cantato.
Molto più impaziente e anche veloce la sensazione dominante di I see you, che si avvale degli archi ma in senso potente e dinamico. Placa un po’ gli animi l’intermezzo acustico di Peace, prima che Get over me (3+3) riporti a panorami un po’ più notturni anche se calmi.
Abbastanza breve ma significativa anche Till Tomorrow, un’attesa conformata con tranquillità apparente. Più spezzettati i movimenti di Sacrifice, che conta su una vocalità un po’ più plastica e articolata.
Ecco poi la title track 6/4 of Love, lunga prolusione sentimentale di quasi 9 minuti a inseguire colori che sfarfallano in giro, con una vaghissima sensazione jazz ma anche molte altre atmosfere a pervadere un brano dal passo cadenzato. La lunga coda del pezzo si permette qualche escursione quasi psichedelica.
A chiudere, ecco My fault, un’ammissione di colpa che si configura come una moltiplicazione delle armonie vocali su un giro semplice di chitarra.
L’esperimento dei 6/4 è interessante a livello mentale (le gabbie che gli artisti si autoimpongono a volte costringono a cercare nuove vie, più eleganti, verso l’evasione). Di fatto comunque c’è un’ottima sostanza alla base dei brani di Shiva Bakta, che flirta con sonorità e modalità piuttosto vintage ma senza lasciarsi mai tirare troppo sotto e sempre mettendo in evidenza la propria consolidata personalità.
Genere musicale: alternative
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