Rieccoti SHORTRAKS, tre recensioni tre di dischi che potrebbero esserti sfuggiti. Questa volta parliamo di: Punkreas, Three Horns, Breaking The Fence.
Punkreas, Inequilibrio
Uscirà il 23 marzo Inequilibrio, il primo di due ep che i Punkreas pubblicheranno nel corso dell’anno. Il disco contiene cinque canzoni, registrate e coprodotte da Olly Riva (Shandon) presso il Rocker Studio di Mario Riso (Rezophonic). Si parte con la molto diretta Fermati e respira, che fa registrare una certa continuità con il punk rock classico e che è stata scelta anche come canzone di presentazione dell’ep.
Prosegue a ritmi altrettanto alti Conto su di te, canzone d’impatto. Si torna a un discorso d’impegno e sfida sociale, che nella storia della band non è mai mancata, con U-Soli, dedicata al tema dello ius soli e più genericamente dell’immigrazione, probabilmente il pezzo più consistente, anche dal punto di vista sonoro, dell’ep. Viene da saltare con la quasi title track In equilibrio, irrorata da un drumming molto vivace da un lavoro molto fitto del basso. Si chiude con la citazione orwelliana di Due minuti d’odio, altra canzone punk diretta e molto efficace. Dopo le atmosfere più da rock “classico” e variato de Il lato ruvido, i Punkreas in qualche modo riscoprono le proprie origini in un lavoro compatto ma sincero e significativo.
Three Horns, Shanda
Shanda è il secondo lavoro della band vogherese Three Horns. L’ep da quattro tracce prende ispirazioni dalle immagini del film Shanda’s River di Marco Rosson. Si apre con il rock and roll di Cannibal Astronotus, canzone energica e girata su un riff semplice ma molto potente. Si prosegue di oscurità in oscurità con Moratorium, che approfondisce le atmosfere oscure con la potenza di chitarra e drumming.
Shanda’s River fluisce in modo elastico, fino a trovare dei blocchi pesanti in mezzo alla corrente. Il disco si chiude con le atmosfere molto inquiete di R.Flight, che muove verso il post rock con potenza e rabbia, ma anche in modo scomposto. Lavoro interessante per i Three Horns che prendono spunti horror cinematografici e li plasmano fino ad aderire alle proprie ispirazioni e passioni.
[bandcamp album=3251966754 bgcol=FFFFFF linkcol=4285BB size=venti]Breaking The Fence, Niente rimane
I Breaking The Fence sono una band alternative rock di Padova che pubblica un ep da sei tracce, Niente rimane, con evidenti tracce di rock indie internazionale passato attraverso filtri personali. Il primo brano dell’ep è Non Capire Che, una frase che rimane in sospeso per un pezzo che parte tranquillo ma presto assume abiti indie ed elettrici, carichi di risentimento. Cantata in modo particolare e piuttosto impastato, ecco poi Che Ne Sai, animata da suoni e movimenti sotterranei molto minacciosi.
Partenza moderata per Il Tempo Sa Comprendermi, ma è del tutto ovvio che la tempesta sia lì in attesa: e infatti arriva, con le nuvole elettriche della collera che sfogano molto presto. Con Indifferente si abbattono invece le barriere che separano dai modi dell’hardcore: il brano si dimostra furibondo e continuo in modo coerente. Ecco poi Santa Marta (che disco indipendente è senza una canzone che abbia per titolo una santa che dà il nome a una zona o a una città?): si parte piano ma l’elettricità emerge in pieno molto presto (“mi sento labile/qua tutto muore”). Si chiude con una rumorosa e rancorosa Déja Vu, con una struttura a umore variabile. Disco interessante quello dei Breaking The Fence, che convoglia le proprie intensità attraverso suoni molto potenti ma anche sfaccettati.