SHORTRAKS non va in vacanza e ti propone altri tre dischi che potresti aver trascurato: questa volta tocca a Sonic Crush, Stereo Gazette, Il Re Tarantola.
Sonic Crush, Dark Sunrise
I Sonic Crush sono un gruppo italiano Heavy Rock – Alternative Metal fondato nel 2016 a Manfredonia (FG) dal cantante e chitarrista Gianluca Mirizzi in arte “Miro”, dal batterista Alberto Cataleta in arte “Drumzilla”e dal bassista Salvatore Lombardi in arte “Gatto Bigazzi”, che si è aggiunto poco dopo la nascita del gruppo. Il loro nuovo disco è Dark Sunrise, aperto da una title track piuttosto energica e calata in sonorità tra emo e metal.
Crazy Roulette prosegue fiammeggiando di chitarre e arrivando da lontano. C’è poi Cobra, insinuante come si conviene al titolo, ma anche di notevole impatto. Damned Time se la prende con il tempo, cronologico, disegnando riff consistenti e alzando un muro sonoro piuttosto alto. Raining Tears, introdotta da una molto romatica Carillion, è una ballata dalle proporzioni vaste. Erase it torna a correre a ottani piuttosto alti. Invece Without you otherwise si mostra piuttosto oscura e introversa.
Si viaggia su piani di potenza con Survivors of the Catastrophes, permeata di un forte senso del dramma. Chitarra classica e cori femminili (un po’ stregoneschi) caratterizzano l’incipit di Fall of Souls, che poi torna a tuonare come d’abitudine. Chiusa strumentale per il disco con March of Glory. I Sonic Crush confezionano un disco ricco di energia e potenza, ma che offre anche alternative interessanti e ben scolpite.
Genere: metal, emo
Stereo Gazette, Nel tempo di ogni cosa
Nel tempo di ogni cosa è il nuovo album degli Stereo Gazette, un incontro fra testi cantautorali e ritmi electro. «Un disco che racconta di cosa significhi vivere il nostro tempo, un punto di vista strettamente personale e sincero». Un testo amaro e sonorità edm iniziano l’intreccio in Canzone per me. Si prosegue con Naufragio, che vede la presenza di OtherBrother, con un forte giro di basso, ambientazioni marinare e schemi hip hop intersecati con la struttura pop. Con Settembre si entra in crismi rock-pop molto classici.
Desolazioni spaziali accompagnano Plutone, ballatona intima e melodica. Si rimane in ambito astronomico con la più vivace Mercurio, comunque appoggiata su fondi di intimità. L’Odore di nuovo alza i ritmi, picchia, parla di odio (per i centri commerciali) e solleva qualche filtro. Pensieri vuoti e pesi che mancano ne La Differenza, malinconia ed elettronica. Si chiude con Un’ottima annata, veloce e plastica, probabilmente tra le più interessanti dell’album. Niente di travolgente, a livello di innovazione, nel disco degli Stereo Gazette, che riescono comunque a confezionare un lavoro piacevole e ben fatto.
Genere: pop-rock
Il Re Tarantola, Scopri come ha fatto Il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana
Punk, alternativo e lo-fi, realizzato in totale autonomia, Scopri come ha fatto Il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana è il nuovo disco de Il Re Tarantola, al secolo Manuel Bonzi. Con ovvia predisposizione satirica, il disco parte da Boero, parlando di sconfitte su ritmi rock’n’roll. I toni rimangono molto simili con Sono un campione a ballare da seduto, sempre un po’ vintage. Agguati è alle prese con sillogismi e descrizioni di vita quotidiana piuttosto articolate. Un nonno bellissimo parla di passioni e di nonni di trent’anni, tutto in clima di punk rock. Ballad pessimista (ma sempre ironica) anche Mi odio, che offre prospettive originali sul suicidio, con un po’ di Skiantos sullo sfondo. Non ho mai avuto il fisico di una volta II propone un taglio interessante sulle questioni sociali e di lavoro.
Eroina per bambini iperattivi declina una serie di soluzioni paradossali, sempre sorrette da un consistente giro elettrico. La nostra evoluzione artistica deriva solo dalle sigarette concede alla chitarra qualche escursione e riallaccia le radici punk. Suono per pagarmi le multe che prendo quando vado in giro a suonare rimette al centro due delle passioni del Re: i circoli vizioni e i titoli di canzoni molto lunghi, con una certa tristezza di fondo. Chiusura con La maglietta di Joe Cocker, quasi rockabilly e molto surreale. Ritorno in buono stile per il Re Tarantola, che disegna percorsi tutti alternativi e tutti senza senso, ma con una notevole voglia di stupire.