Smitch in Blue Ray, “L’eco della nostra infanzia”: recensione e streaming

Si intitola L’eco della nostra infanzia il nuovo album degli Smitch in Blue Ray, band sospesa fra hip hop, funk, r&b e parecchio altro. In questi 5 anni rilasciano un ep di sei tracce Equatour registrato presso Indipendente Recording Studio (Matelica) e una Live Session registrata al Naive Recording Studio (Fano).
Partecipano al Memorabilia Festival aprendo ai Pinguini Tattici Nucleari nel 2019, all’Homeless Rock Fest e al No Pop Radio Talent posizionandosi secondi rispettivamente nel 2021 e 2022, fino ad arrivare alla finalissima del Sanremo Rock Festival 2022.
Smitch in Blue Ray traccia per traccia
Un po’ meme e un po’ canzone indie, ecco Io Mi Do Fuoco, che apre il disco con una vasta dose di groove e di animazione pop, con fiati e sezione ritmica in ottimo spolvero.
E’ già tempo di Chillout, per calmare un po’ le acque e far entrare qualche sentimento jazzato e mescolato con un po’ di r&b. Un brano che scorre fluido, inserendo però qualche asperità hip hop qui e là.
Ancora hip hop, ma questa volta in maniera più dichiarata, in Sgattaiolo via, racconto frenetico e molto urban, che si appoggia su aggressività rock consistente. Incomincia con un canto a cappella Superluna, preghiera ad Anubi che prende toni molto morbidi e, ovviamente, notturni, prima di esplodere di chitarra, per sottolineare una trasformazione licantropica.
Pianoforte e racconti di depressione trovano spazio in Bolla, pezzo particolarmente melodico sulle prime, ma anche in questo caso soggetto a trasformazioni in senso più rock ma non meno intenso.
Quasi punk i suoni di una indiavolata Blackout, che alza i giri del motore mentre disegna panorami cinematografici, ma tipo film d’azione in cui le esplosioni si succedono senza tregua.
Dopo il rapido intermezzo di Se non fosse che, parte Musa che chiude l’album ancora con pianoforte e pensieri tossici, su un’ottima linea di basso e con un’ulteriore alternanza fra suoni soft e altri più appuntiti.
Molto significativo e intenso, il disco degli Smitch in Blue Ray convince dalla prima all’ultima nota e colpisce per la capacità di cambiare panorama e di sperimentare sonorità differenti senza perdere mai coerenza.