Valentina Marra, “Ophelia”: recensione e streaming
Ophelia è il titolo del disco d’esordio della salentina Valentina Marra, prodotto da Miraloop Records – Diamonds. Sette tracce, scritte e arrangiate da Valentina Marra in cui hanno partecipato Alessandro Quarta per la registrazione di Mankind, Luigi Botrugno (pianoforte in Ophelia), Eleonora Carbone (arpa celtica) e Alessandro Dell’Anna (tromba in Nemo).
Dopo gli studi di conservatorio e molte esibizioni dal vivo, oltre alla collaborazione la registrazione del disco Mentre tutto scorre dei Negramaro, Valentina Marra ha pubblicato questo album grazie anche ai numerosi supporter della campagna di crowdfunding su Musicraiser.
Valentina Marra traccia per traccia
La prima traccia fa già due passi nel dramma: Mankind (con Alessandro Quarta) ha un’introduzione importante, che utilizza il pianoforte per accrescere il pathos del brano.
C’è movimento e fermento fin dalle prime battute di Oz, che dopo un’apertura tranquilla lascia spazio a dissonanze insinuanti.
Momenti di isolamento e meditazione quelli proposti da In a Box, in cui gli archi salgono gradualmente.
Sono invece piuttosto minacciose le premesse attorno alle quali si costruisce Dead Calm, brano che non sembra affatto calmo ma anzi molto inquietante.
Arriva il turno della title track, Ophelia, breve e molto dolce, con l’apporto di Eleonora Carbone e Luigi Botrugno e dell’acqua che scorre.
C’è molta dolcezza e ci sono suoni che echeggiano in Universe, un cosmo di piccoli oggetti scintillanti, per un finale particolarmente dolce e melodico.
Invece torna l’acqua, ma in modo più forte, nel pezzo finale Nemo, che vede l’intervento anche della tromba di Alessandro Dell’Anna.
Un disco ricco e profondo, quello di Valentina Marra, che mette a punto tutte le proprie abilità su sette tracce agili ma molto significative e ricche di passione.