Si chiama The Great Distraction (Different Recordings) il nuovo disco di The Vessels. Con le collaborazioni di The Flaming Lips, Vincent Neff (Django Django) e Katie Harkin (Sky Larkin), l’album rappresenta un importante passo in avanti per i Vessels.
Come spiega il batterista Tim Mitchell, “Alcune delle tracce strumentali più lunghe nell’album consentono ci raggiungere un equilibrio tra i pezzi techno lunghi e sporchi e la band math rock, post rock che siamo sempre stati e continuiamo a essere”.
La band, composta da Lee J Malcolm, Martin Teff, Peter Wright, Tim Mitchell e Tom Evans, ha alle spalle quattro album e oltre un decennio di vita.
The Vessels traccia per traccia
Mobilise apre il discorso con un climax dalle sonorità industrial sempre più tirate e ossessive. Nel corso del lungo tracciato del pezzo, le istanze iniziali si scompongono in piccoli frammenti luminosi prendendo strade diverse.
Deflect the Light inaugura la serie dei “featuring” dell’album, e lo fa subito con un nome di un certo peso: sono i Flaming Lips a contribuire e a dare voce alla traccia, con l’ausilio di filtri e di un’estetica glitch complessiva che va a completare un pezzo dal sapore retro-futuristico.
Si procede poi con Position, uno dei pezzi più dichiaratamente “techno”, con anche qui l’estetica del frammento a dominare il discorso. Molto più contenute le dinamiche di una sommessa Radiart, che però coltiva in sé movimenti ascensionali che finiscono per emergere.
Deeper in a Sky, con il featuring di Harkin, segue vie più morbide e linee più fluide, pur senza rinunciare agli sfarfallii elettronici. Con Glower si registra un altro innalzamento sonoro graduale, fino a esiti da dancefloor. Vincent Neff offre contributi a Trust Me, che acquista un feeling leggermente più R&B.
Arriva da lontano Everyone is falling, per lasciare poi rapidamente spazio a Radio Decay, ricca di riverberi scavati a fondo. Si chiude con Erase Tapes, molto più minimalista sulle prime, ma in grado di elevare il tono e di risultare molto evocativa anche grazie alla voce di John Grant.
Il disco dei Vessels si può leggere come un movimento continuo diviso in varie tappe, ma caratterizzato da una grande omogeneità sonora di fondo. Il prevalere del versante electro è spezzato dagli interventi dei vari ospiti, che regalano dimensioni diverse a un album potente e coerente.
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