Giovane Cagliostro è il primo ep di Vinnie Marakas, sotto l’egida Dischi Sotterranei, per la produzione di Richard Floyd. Un genere poliedrico, ibrido, in cui più urgenze espressive chiedono il proprio spazio vitale, o almeno il proprio lessico per essere ascoltate. Vuoi la gravità, vuoi il tempo: ogni cosa cade e decade. E non è né un bene né un male, ma semplicemente un fatto, che può essere banale, spaventoso, emozionante, o spettacolare:, proprio come i sogni. 

Giovane Cagliostro, oltre che un omaggio al celebre alchimista imbroglione di cui porta il nome, è soprattutto un inno scapigliato e allucinato alla decadenza, in cui tra citazioni, reiterazioni e calembour viene sviluppata un’eccentrica dialettica  tra il “vero” e il “possibile verosimile”, che richiama in chiave retrofuturistica e pop-apocalittica, il “Dualismo” di Arrigo Boito e le “Penombre” di Emilio Praga.

Vinnie Marakas traccia per traccia

Si parte con un rituale demoniaco, giusto per gradire: Aleppe apre l’ep su ritmi dark techno che si dipanano su vocali allungate e inquietudini di varia sorta.

“Io sono Don Chisciotte/io sono Dylan Dog/io sono san Francesco/io sono Turandot“: l’elenco dei personaggi di Rrose Sélavy parte da qui e prosegue abbastanza a lungo, su movimenti sonori tra dance e lounge, tra club e nonsense, a comporre un ritratto immaginario dai contorni abbastanza onnicomprensivi.

Triste ma mossa, ecco poi la surreale Torino tropical, ossimoro musicale e ideologico che lascia più malinconia di quanta ne porti via. Una serie di rime in “é” contraddistinguono Disagio Mediterranée, altro brano singolare cantato con voce affranta a dispetto di sonorità quasi allegre e di concetti pubblicitari in serie.

Ci si perde su nuvole sfumate con Enrosadira, ritmata ma parzialmente zuccherosa, svolazzante per cieli strani. Si chiude con Fantasia Obscura, altra mescolanza curiosa con intervento rappato di Padre Bio, a conferire un po’ di brutalità a un altro brano curioso e un po’ depresso.

Cresce strano, questo Giovane Cagliostro di Vinnie Marakas, ricco di contrasti e di idee particolari, in un’ambientazione pseudo itpop, ma con tanti altri ingredienti, alcuni dei quali ancora da mettere bene a fuoco. Ma l’ep è pieno di promesse, e forse anche di premesse.

Genere musicale: itpop

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