Personal è il titolo del nuovo progetto di Akran, disponibile in streaming su Spotify e su tutti i digital store. A poche settimane dall’uscita di Melting Pot Vol.1, lo street album che lo aveva visto collaborare con alcune delle colonne portanti della scena bolognese, il rapper di origini eritree cresciuto nel capoluogo emiliano torna con un nuovo progetto, a conferma dell’elevato tasso di produttività che lo contraddistingue da sempre.
Un ep di cinque tracce, nessun featuring, interamente prodotto dallo stesso Akran: dopo aver lasciato trapelare le proprie doti da beatmaker nel lavoro precedente, Akran ha deciso di concentrarsi al 100% anche sul lato delle produzioni, dando vita ad un tappeto sonoro cucito su misura per le sue liriche.
L’immaginario è fortemente hip hop, in tutte le sue sfumature: dall’autocelebrazione più sfrontata alla fame di competizione agonistica in ambito rap, passando per storie di strada – una narrazione sincera, senza del finto gangsterismo ostentato – e dei frangenti più introspettivi e riflessivi, come nella title track.
Personal è stato registrato, mixato e masterizzato da Kiquè Velasquez. La cover è a cura di James Beghelli.
“Personal è il mio viaggio in questa cultura chiamata Hip Hop. Il mio modo competitivo, intenso ma anche leale e riflessivo di vedere questa roba. Tante delle mie sfaccettature, incise in 5 tracce” – Akran
Akran traccia per traccia
Tutti ha una lunga introduzione strumentale che poi lascia spazio al rappato, che è molto urban e aggressivo, con qualche infuenza che arriva dall’hip hop americano delle origini.
Ecco poi la title track, Personal, che è una sorta di inno ma anche di canzone di protezione, con ritmi oscillanti e bassi profondi.
Molto violenta e anche piuttosto criticabile dal punto di vista testuale Uccidili, pur inserita nel ricco alveo della tradizione rap, da questo punto di vista.
Leggermente più soft e malinconica Ancora qui, molto breve e quasi di testimonianza. Si chiude con concetti di Stile, altro dissing con altri rapper (mai nominati però).
Detto che qui e là i testi si portano verso l’estremo (ma forse più per épater le bourgeois che per reali esigenze interne) Akran dimostra una buona tecnica e la capacità di comporre pezzi piuttosto interessanti.