Andrea Van Cleef e Diego Potron pubblicano Safari Station l’album che li vede debuttare assieme su nastro. Il progetto è stato anticipato dal singolo dalle atmosfere dark folk blues Rise Above All Gods.

Safari Station è nato da un’idea di Paolo Pagetti, presidente della label Rivertale Productions, che ha pensato di unire due artisti della sua etichetta in un disco condiviso, affidandone la produzione a un produttore dal curriculum internazionale come Don Antonio Gramentieri.

Andrea Van Cleef e Diego Potron traccia per traccia

Si incomincia in modo inquieto e piuttosto misterioso: le atmosfere di Rise Above All Gods fanno pensare a Tom Waits e al blues più oscuro e allusivo, facendo perno su cori che sanno di piratesco.

Più punteggiata e ritmata, ecco poi You Can’t Hide Your Love Away, piuttosto incisiva ed elettrica, ma sempre oscura nelle trame.

Torna sul melodico dark Gang of Boyz, che affronta una narrativa fluida e malinconica, con tratti elettrici. Un po’ più leggera e vintage l’aria che si respira in Mozuela, cantata con voce filtrata e ricca di suoni dolci.

Escursione africana quella che ci riserva In Zaire, anch’essa costruita su numerosi elementi sonori piccoli ma significativi, con un guizzare continuo della chitarra.

Oscurità che si rinnovano e abbracciano in mood inquieto all’interno di uno Spiderweb Blues che può far pensare a Mark Lanegan. Atmosfere che virano sul creolo quelle che presiedono a Kay Zanset, con un po’ di Willy Deville sullo sfondo.

Le chitarra prendono possesso dello scenario iniziale di You And I Were Born For Better Things, tra frontiera e orizzonti lontani. Derive psichedeliche nel finale arrivano quasi naturali.

Si viaggia su lunghe distanze con una più tranquilla 500 Miles Away, che si adagia morbidamente su altri istinti blues piuttosto soffici.

Il finale però non è tranquillo: scarna e dolorosa, la title track Safari Station (A Nice Place To Be) rivela tutte le inquietudini rimaste a fine disco.

Un ottima combinazione, quella che ha portato Andrea Van Cleef e Diego Potron sulle stesse piste. Impolverate, assetate, a volte ricche di vegetazione intricata ma anche e sempre di ispirazione e qualità. Un ottimo disco, vibrante e appassionato, che si ascolta con piacere.

Genere musicale: blues, folk

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