Nati nel 2009 su idee decisamente punk, i Bravi tutti pubblicano La ruota della sfortuna. “La ruota della sfortuna” è un disco di 10 pezzi che ritracciano le coordinate del gruppo; dall’hardcore melodico allo ska-punk, con mastering di Jason Livermore (The Blasting Room, studio americano che ha lavorato con gruppi come Lagwagon, Good Riddance, Ride Against, NOFX e molti altri). L’idea è ancora quella degli esordi: divertirsi e divertire, attraverso un punk decisamente anni ’90, con testi in italiano rigorosamente demenziali, ironici e satirici.
Bravi tutti traccia per traccia
Si parte da Festa del Pd, pezzo rapido e punk nell’intimo, sia per caratteristiche sonore sia per un testo ironico e graffiante. Si accelera ulteriormente con Egidia, ritratto a tinte forti di un personaggio sostanzialmente inamovibile. Si passa allo ska con Daniele, La ronda, che se la prende con qualche camicia verde particolarmente solerte.
Molta aggressività sonora e testuale nell’autoesplicativa Leone da tastiera, mentre Roberto si apre con la Loren e il suo celebre grido agli Oscar, e prosegue con curiose storie familiari. Aspettativa accelera ancora, con un’accelerazione che si propaga nella parzialmente autobiografica Flop.
Si prosegue con Mutua, con le chitarre in ottima evidenza. Frankie Ha l’Nrg racconta una storia di riabilitazione, diciamo così. Si chiude con Gabriele: mai pensato di fare una canzone su un amico che va in peritonite? I Bravi tutti invece sì ed ecco il risultato.
Un disco divertente, il secondo della carriera dei Bravi tutti, che seguono le linee classiche del punk e dello ska dal lato più ironico e meno politico, con risultati piacevoli e buone idee.