Il cantautore siciliano Fabio Guglielmino ha deciso per un’impresa di proporzioni epiche: un disco, dal titolo Io mi chiamo Achille, che affronta i temi omerici con linguaggio pop-rock. Lo abbiamo intervistato.
Vorrei che presentassi te e il tuo progetto.
Mi chiamo Fabio e sono un cantautore palermitano, da un po’ di tempo giro l’Europa, e ho ritrovato da un paio d’anni casa nella mia città. Lo scorso anno sono stato premiato con il riconoscimento di “Tessera preziosa del mosaico di Palermo” rilasciato dal sindaco perché la mia musica da sempre tratta temi di inclusione, diversità e bellezza.
Appunto parlando di bellezza mi sono avventurato nel mondo classico, ed è stato un passaggio quasi obbligato. Mi piace conoscere e studiare, quindi da Saffo a Platone il salto è stato naturale, mettici il mio amore per il mito classico, et volià, nacque il progetto “epica fa rima con pop”.
Inizialmente erano poche canzoni, parte dell’ep Kalos (ascoltabile su Spotify) e una forma di spettacolo in cui cantavo e raccontavo, come fossi un moderno aedo, accompagnato da una formazione di musicisti in versione semi acustica: pianoforte, bouzouki, mandolino e me alla chitarra acustica.
Ho continuato a scrivere, ed è nato il mio Achille.
Misi insieme dieci canzoni e decisi di incidere un disco che doveva suonare indie pop ma allo stesso tempo scavare nelle nostre manie più profonde…
Come ti è venuto in mente di far convivere l’epica classica con i ritmi del rock e del pop?
Se ci pensi 3000 anni fa un aedo raccontava storie, cos’è in fondo un cantautore oggi? Più o meno la stessa cosa. Osserviamo il mondo e lo raccontiamo, ci inventiamo storie e personaggi… mi è venuto spontaneo rivedere il mito in chiave moderna. MI sono chiesto, chi sarebbe oggi Achille? Enea? Davvero conosciamo a fondo la psicologia di questi personaggi così lontani ma straordinariamente immortali?
Che cosa hanno in comune gli eroi omerici come Achille e Odisseo con l’epoca moderna?
Hai presente i personaggi Marvel o Dc? Ecco. Secondo me qualche millennio fa i grandi eroi omerici erano esattamente la stessa cosa per il pubblico dell’epoca. Scherzandoci sopra, la guerra di Troia non è tanto lontana da una saga Marvel degli Xmen…
Tornando ad Achille, è un eroe che amo, straordinariamente bello ma anche sensibile e spietato. Un ragazzo che sceglie il suo destino in cambio della gloria. Una sorta di pop star dell’epoca, altamente irascibile, ma che perde tutto.
Sarebbe da leggere oggi secondo me il sogno di Achille, quando il suo compagno Patroclo dopo che si è fatto ammazzare da Ettore gli appare e gli chiede di seppellire le ossa di entrambi insieme. Achille in lacrime glielo promette e cerca di abbracciare quell’ombra invano.
Commovente. Assolutamente un tema attualissimo. Su Odisseo, be’ non è il mio personaggi preferito, noi siamo abituati a vederlo come l’eroe per antonomasia avventuriero che brama conoscenza, ma ha dei lati nascosti da uomo infido e bugiardo. Persino disertore. Preferisco di gran lunga Enea, semidio al pari di Achille, che porta con se la responsabilità di essere padre e figlio.
Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali (contemporanei e non necessariamente epici)?
Musicalmente sono un grande fan di Bruce Springsteen, ho anche una copia di Magic autografata. Da sempre ascolto rock classico, da Bon Jovi ai Rem, gli U2. Poi piano piano mi sono avvicinato ai Killers, li amo da morire.
Recentemente ho scoperto gruppi molto interessanti come i White Lies, i Blossoms, i Vaccines, the Wombats.
Trovo che hanno tutti un sound indie pop molto innovativo e mi riportano a suoni anni 80 che ho sempre amato, dai Pet Shop Boys a Madonna. I miei cantautori italiani di riferimento sono Edoardo Bennato che amo per la sua grinta, Zucchero assolutamente, Giuni Russo e Battiato.
Quali sono i tuoi progetti da qui in avanti?
Sto promuovendo il mio album Io mi chiamo Achille e vorrei per l’estate presentare un singolo estratto con tanto di clip, sarà Balla (l’era degli dei).
Vorrei creare altri contenuti su “onde scure” e Perso di te”. Chiaramente continuo a scrivere anche del nuovo materiale, e posso anticipare che non mi allontanerò tanto dai miei eroi preferiti…
Fabio Guglielmino traccia per traccia
Questioni eroiche/erotiche quelle che emergono da E’ già tempesta, la prima traccia del disco, che fa partire l’ascolto a ritmi particolarmente alti e infervorati.
Si rimane su velocità sostenute, ma introducendo una certa dose di risentimento, con Anche gli eroi piangono.
Ecco poi Io mi chiamo Achille, con i riferimento al Pelide immersi in sonorità synth pop particolarmente colorate.
La fuga è una ballad ricca di malinconia e intensità. Si parla di Enea all’interno di Come le bandiere achee, che si muove su temi marinari.
Si naviga in toni power pop con Onde scure, altro brano soggetto al moto ondoso. Idee di danza quelle contenute nella molto dinamica Balla (l’era degli dei).
Perso di te mantiene alti i ritmi e agili le sonorità. Discorso a velocità alte anche quello sviluppato da L’errore, che contiene elementi di autocritica, ma sviluppati in modo piuttosto battagliero.
Si chiude in modo più soffuso e pensoso con La mia personale Odissea, a completamento del nostos.
Far convivere eroi omerici e pop-rock è impresa piuttosto epica, ma Fabio Guglielmino mette su disco temi eterni con un approccio piuttosto fresco.