Abbiamo parlato qualche giorno da de L’eticAmorale, l’esordio della band romana Velodrama, dieci tracce rock, tra indie e classico, per nulla spaventate dalla prospettiva di parlare anche della realtà attuale (qui la recensione di TraKs). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la band.

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Potete riassumere la storia della band fin qui e spiegare il nome della band?

Il nome Velodrama non è altro che uno scudo che ci separa dalle crisi della società moderna, un involucro protettore per i nostri stomaci in preda alle ulcere da stress. I Velodrama, fondati da me, Stefano Pilloni, nel 2009, sono un’alternative rock band italiana, dalle sonorità aggressive, ispirate e influenzate in parte dai connazionali Afterhours, Marlene Kuntz e Verdena, in parte dai Placebo e Smashing Pumpkins, accompagnate da testi intensi, rigorosamente in italiano e profondamente legati all’attualità e alla denuncia sociale e personale.

A fine 2011 i Velodrama avviano un rapporto di collaborazione con Alex Marton, che inizia a curare l’intera produzione artistica della band. I primi risultati di questa fruttuosa collaborazione sono l’uscita di due videoclip, il primo (“L’Immagine”) realizzato a dicembre del 2011, il secondo (“Escluso il cane”) l’anno seguente e un’intensa attività live su tutto il territorio nazionale a partire dalla fine del 2012 e per tutto il 2014.

Ai concerti si accompagnano prestigiose presenze radiofoniche e televisive, tra cui DeeJay Tv e Roxy Bar Tv. Nel 2014 esce il primo lavoro ufficiale della band, il mini-cd “La terra di nessuno”, che comprende 4 brani originali, più una reinterpretazione del brano originale di Rino Gaetano “Escluso il cane”.

Arriviamo a marzo 2015, dove si vede finalmente portare alla luce il primo disco L.P. L’eticAmorale, che comprende 9 brani originali più una cover, disco dal quale è attualmente estratto il primo singolo in promozione (affidata alla Lunatik) ” Io personalmente me ne frego”, accompagnato da un video che vale la pena andare a vedere.

Da quali umori e sensazioni nasce “L’eticAmorale”? Avete accumulato il materiale nel corso del tempo oppure è stato scritto tutto insieme per l’album?

L’eticAmorale nasce dal rifiuto al voler adattarsi a un modello di vita imposto dalla nostra società, che offre precarietà sotto ogni aspetto e che ci addormenta attraverso l’utilizzo di giocattoli tecnologici, atti a inebriare il nostro istinto primordiale di sopravvivenza, non esiste più un etica nella sua morale, siamo nel periodo storico dell’etica amorale. Questo disco nasce dalla fusione di alcuni brani accumulati in passato, e brani nuovi, tra cui un paio nati addirittura durante le fasi di registrazione in studio.

Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?

Avendo portato dei brani vecchi, come detto prima, ci siamo resi conto durante le registrazioni, che in alcune parti, l’arrangiamento risultava meno efficace rispetto alla scrittura utilizzata per i brani più recenti, quindi abbiamo dovuto stravolgere in buona parte la scrittura dei vecchi brani, una grande fatica che ci ha portato però a un ottimo risultato.

Velodrama, l’attacco alla struttura

Come nasce “Io personalmente me ne frego” e perché l’avete scelta come singolo?

E’ un grido che nasce dal profondo disagio che si avverte nei confronti di una società, intesa come sovrastruttura, in cui l’assenza di valori e la costante presenza di paletti coercitivi soverchia l’individualità, la libera espressione. Analizzandola alla radice, si ha la sensazione di essere davanti a uno specchio.

Da una parte, come riflessione introspettiva, c’è il singolo, l’uomo libero, che non si sente e non riesce più a essere parte integrante di questa struttura che lo opprime, dall’altra, come riflesso, c’è un chiaro attacco verso questa stessa struttura, in cui le principali autorità che la gestiscono e la foraggiano, al di là di ogni appartenenza ideologica, hanno come tratto comune la caratteristica di “fregarsene” del bene collettivo e dei reali desideri del singolo, avendo come unico obiettivo il tornaconto personale.

Abbiamo scelto questo brano come primo singolo, perché ci sembrava il più adatto, dato che ha un’inizio molto duro e una fine armonica e dolce.

Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

Be’! Amplificatori rigorosamente Orange e Fender per le chitarre, Ampeg per il basso, chitarre Gibson Les Paul ed sg e poi Fender Jaguar, Jazz Master e Telecaster, basso Gibson Thunderbird. Sulla batteria abbiamo usato vari componenti diversi, ma non essendo batterista mi cogli impreparato, posso dirti che per la mia voce è stato utilizzato uno storico modello di microfono con cui incideva Freddie Mercury, ovviamente non lo stesso, quello sarebbe stato troppo.

Chi è l’artista indipendente italiano che stimate di più in questo momento e perché?

Pierpaolo Capovilla, front man de Il Teatro degli Orrori, un uomo che se ne frega delle mode attuali applicate al concetto di musica, un’artista dotato di grande carisma , che ricorda a tratti Carmelo Bene, nel suo modo intimo di porsi al pubblico, e Pierpaolo Pasolini, nello spessore della venatura poetica che utilizza per raccontare la vita, in maniera così violenta e dettagliata.