Genere: funk, strumentale
I Macchiato Funky pubblicano Bugella 20-50 per La bèl, disco strumentale di nove tracce in cui il funk predomina. Sul finire del 2017 Michele Seggiaro, Massimo Ferretto e Nicolò Seggiaro incontrano l’animo elettronico di Adriano Bossola (curatore di La bèl) e ne scaturisce immediatamente una sinergia che nel giro di pochi mesi porta alla creazione di Bugella 20-50, album ispirato alla loro città di origine (Biella).
I quattro musicisti amano definire questa musica “funkytronica dalle larghe vedute”. Il funk è solo una variabile al sound di questo album, che miscela con naturalezza l’elettronica a molte altre suggestioni.
Macchiato Funky traccia per traccia
Con un beat marcato e “rotante”, No Noise Nose apre il disco su bassi che slappano e un groove crescente e poi calante. Si prosegue con Godere Supremo, con una certa distinta attività della sezione ritmica, cori, qualche volo pindarico e molte tastiere.
Si passa poi a una più meditativa e, qui e là, quasi ieratica Ascolta, adatta a momenti di calma e ambienti con poca luce. Sospeso esce dall’impasse riaccendendo i motori ritmici, ma lasciando qualche velo di malinconia che aleggia, almeno finché le intelligenze artificiali non prendono il sopravvento.
No Maggiore finge di partire, poi parte davvero, con un sound che parte dal funky per arrivare a memorie disco. Più ragionato l’approccio di Denso, che orbita a loop intorno a un giro di basso acidino, su cui poi la chitarra pone il proprio contributo.
Inquietudine sfibrante si intuisce su MMM, che porta avanti i propri passaggi quasi con fatica. Si corre via in fretta con gli ultimi due, brevi, brani: un Tè verde dalla superficie abbastanza levigata, appena increspata da ritmi leggeri. E un più mosso Ramona, che ha atteggiamenti quasi pop rock, ma finisce quasi subito.
Disco curioso e ben fatto per i Macchiato Funky, fatto apposta per appagare gli estimatori del suono del basso, ma anche in grado di offrire brani intensi, brillanti, sempre molto mobili.