Mobrici e il suo primo disco solista, Anche le scimmie cadono dagli alberi, arriva a scaldare l’autunno di tutti noi orfani dei Canova. Il romanticismo doloroso e contemporaneo, le solitudini e le asticelle delle aspettative che influenzano gli umori, la consapevolezza che ogni storia è unica, ma che cantare insieme fa sentire meno esclusivo e prepotente il tuo dolore. E il bello di Matteo è proprio questo: sa far cantare tutti, anche chi storce il naso perché la musica deve per forza essere complicata. Travolge impunito, sa di saperlo fare, e facciamolo in coro questo salto nelle emozioni.
Che questo debutto sia tutto da cantare lo conferma il cospicuo numero di singoli pubblicati: sono ben sei i brani estratti, su undici tracce in totale. Tracce di vita verrebbe da dire, spaccati di esperienze e di riflessioni, istantanee di momenti e dialoghi e di occhi rossi.
“Questo mio primo nuovo album è una raccolta di canzoni che ho scritto negli ultimi due anni – commenta il cantautore – ‘Anche le scimmie cadono dagli alberi’ è un antico proverbio giapponese. Quando mi è capitato di leggerlo per la prima volta, mi ha folgorato. Nella vita ci è utile sapere che non dobbiamo essere perfetti per forza, che possiamo sbagliare, che non siamo infallibili. Così come le abili scimmie cadono dagli alberi, anche noi possiamo permetterci qualche errore.”
Mobrici traccia per traccia
Ma tu che ne sai di una vita passata? A pеnsare al passato, alle cose già morte sepolte in un campo di grano
Dura la vita del Cantautore, anche quando comincia con una ragazza nel letto di cui ricorda poco o niente. Ai margini della città, nel ricordo di qualche dolore, spesso neanche importa quale di preciso, perché si sente forte solo il male, ma non riesci a riconoscere quasi mai che faccia ha. Una delle fotografie più pop sul ruolo dell’artista, maledetto cantastorie… e cantastorie maledetto.
Amico mio, resisti / io sono la tua ultima corsa e poi te ne puoi andare via
Tassisti della notte è nata proprio durante una corsa in taxi alle 4 di mattina. Una ventina di minuti di strada, quanto basta per avere un testo sul cellulare, che è diventato canzone all’alba dopo qualche ora al piano. Solitudini a cui cercano di fare compagnia, almeno per il tempo della corsa. Discorsi senza senso e distorsioni sul mondo. La stessa identica malinconia.
Non pensarti chiusa nelle tue malinconie e in un futuro che non ha fotografie
Amici così, ma così come? Come quando rivedi qualcuno che sarebbe stato meglio non rivedere più, o non lasciar andare via. I sentieri che si allontanano e poi si uniscono un’altra volta, a raccontarsi malinconie e scelte spesso poco azzeccate. Il ritornello libera anche se tutto sembra non voler lasciare andare quell’aria da università.
Lasciali stare, non li ascoltare / vattene al mare, pensa a ballare pensa a suonare e scrivi canzoni d’amore
Povero Cuore è una risposta allo sconforto e alle ansie, una pacca sulla spalla che riporta ottimismo e coraggio. Mobrici duetta con Brunori Sas come se fosse un fratello maggiore, confessa i suoi timori e cerca conforto, mentre vengono scardinati i commenti negativi, i giudizi affrettati. Dicono che eri meglio prima ma tu non sai neanche com’eri prima.
Lo sai che a volte essere normale è meglio che essere speciale
Canale 5 sembra un po’ l’epilogo di Porto Venere. Un ritornello che scioglie qualsiasi tipo di dubbio (mi hai fatto tanto male non ti posso perdonare) tiene insieme una storia un po’ di plastica, fatta di apparenze e di aspettative che non funzionano mai, un po’ come le storie che passano in tv e che facciamo finta siano vere per sentirci un po’ peggio con le nostre misere realtà.
Ti ricordi che eravamo in due / ad avere paura a sentirci soli / a volerci proprio
Una dichiarazione d’amore fuori tempo massimo, la rassicurazione di una vecchia paranoia in anticipo. Anna Meraviglia arriva calda come un pensiero piacevole e l’artista fa capire chiaramente di non aver dimenticato sorrisi e momenti, che nonostante tutto e tutte adesso lo sai.
Non è sempre facile restare in piedi in mezzo al temporale / a volte piove più dentro di te che per le strade
Si arriva alla già nota Scende, che vede la collaborazione di Gazzelle, amico e collega di Matteo, compagno di palchi e di serate. Rispetto agli altri brani aumenta il ritmo, si incupisce l’atmosfera e la malinconia diventa rabbia, incomprensione. Il pezzo funziona: cassa dritta e sovrapposizione delle voci, degli scazzi, delle paranoie.
Inonderò il Naviglio con le lacrime e i turisti annegheranno facile / Ti ricordi di me?
20 100 è il primo singolo pubblicato da Mobrici dopo i Canova. Il vecchio CAP di Milano, alcuni dei luoghi simbolo come la Madonnina e i Navigli, servono a far tornare l’attenzione persa. Scusami se non sono stato bravo abbastanza, canta Mobrici, perché ha perso senza neanche rendersene conto. Si torna a cantare sotto la luna piena, abbandonata la parentesi più tamarra del brano precedente.
E tu ricarica quel navigatore che ti ricorda la strada / quando senza memoria avrai bisogno di me
Tutto sommato TVB sembra viaggiare con un po’ meno carico addosso. Parlare di spensieratezza sembra azzardato, ma nonostante le piccole cose che non funzionano si riesce a trovare la forza per stare insieme e volersi bene. E ce lo ripete a oltranza, così non lo possiamo dimenticare.
Vaghi nella notte con quel poco di curiosità / e in mano quel futuro che sembra una spada contro
Piano, chitarra e voce: semplice come Un bacio, mentre l’amore ti prende e ti porta via, e ti fa capire che solo così può avere un senso. Il pezzo in cui chi canta si mette a nudo completamente, abbandonando sovrastrutture e lasciando andare voce ed emozione.
Mi son sempre sentito solo anche quando eravamo insieme / da solo con i miei pensieri
L’ultima traccia è La fine. La fine dell’album, la fine con i Canova, l’imparare ad accettare che a volte le cose sono andate così e non ci puoi fare proprio niente. Che sembra facile, ma poi quando sei lì annaspi, corri, imprechi. E invece basterebbe solo lasciar andare.
Anche le scimmie cadono dagli alberi ha una fodera di malinconia che resta cucita saldamente addosso a chi ascolta. Chi amava i Canova non potrà fare a meno di superare il trauma e dedicarsi anema e core all’ascolto di questa nuova avventura, che sicuramente porterà ancora a ritornelli a squarciagola e a riflessioni scanzonate.
Genere musicale: itpop
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