Zondini et Les Monochrome approdano a un nuovo disco, Noise: la band di art-rock (ma anche alternative pop) nata attorno alla figura di Mark Zonda, che ha alle spalle numerose esperienze come solista e protagonista di band, compie un ulteriore passo in avanti con un disco “leggero” ma denso di contenuti.
Zondini traccia per traccia
[bandcamp width=60% height=42 album=767448272 size=small bgcol=ffffff linkcol=0687f5]Tema ci introduce al disco con tratti di rock piuttosto deciso e sostanzioso. Dopo la breve traccia d’apertura tocca a Download, che si fa accompagnare dagli archi ma anche da chitarre in sottofondo piuttosto minacciose. Il cantato suona piuttosto pop, ma si appoggia su miscele sonore abbastanza avventurose.
L’Ultimo Pianeta si avvia su percorsi di rock-pop raffinato (se vogliamo proprio tirare in ballo un paragone, possiamo pensare ai Baustelle, ma più diretti), di nuovo con gli archi e l’elettricità a fare da sfondo. Citazioni bowieane multiple colorano il finale del pezzo.
Si prosegue con gli arpeggi morbidi di Io, che sceglie vie acustiche per creare un’aura piuttosto intima. Breve e gentile Charlotte Marxxx, intermezzo lineare prima di NOI, che invece decide per piste leggermente più variegate e con un drumming evidente.
Noi se corre sul limitare della psichedelia soprattutto grazie alle chitarre, con qualche sonorità simil-velvettiana. Si torna agli archi con Miss Italia, più ridanciana ma anche irridente.
Lenin-McCarthy fa il pieno di elettricità e si permette un ritornello irridente e ricco di riferimenti Sixties. Tutto chiude al contrario cambia scenario e si distingue per l’atmosfera totalmente malinconica. Si finisce con Capitol City, ancora in nome di un rock pop veloce e sciolto.
Disco di buona fattura e di buone idee, quello di Zondini et les Monochromes, con testi consistenti e sonorità scelte con attenzione. Testi e musica mettono in evidenza una considerevole cura del dettaglio.