Rieccoti SHORTRAKS, tre recensioni veloci di dischi che ti potresti essere perso. A questo giro tocca a: Soundiders, The Twinkles, Low Fidelity Jet Set Orchestra
Soundiders, Viva! Le canzoni di Dido
Nato attorno alla SounDido Production di Bagno di Romagna, Viva! Le canzoni di Dido raccoglie più di settanta musicisti e artisti per un vero e proprio melting pot che ha abitato la casa di SounDido, la Sala-Prove/studio di registrazione dove Viva! è stato “mescolato”. Membri di Mazapegúl, Opez, Bar Luna, Jang Senato, Frei, Lennon Kelly, Supermarket, Post-Kitsch, Retromarching Band e molti altri ancora hanno offerto il proprio contributo per un disco che vuole (anche) omaggiare la memoria di Daniele “Dido” Di Domenico, già frontman e istrione dei Mazapegul.
Si parte dal semplice: Sorridendo è il primo brano, che parte piano e dal folk e poi allarga le braccia e i suoni. Molto più tesa Aria, non soltanto per i ritmi molto più alti, ma anche per il cantato nervoso che si sviluppa fin dalle prime battute. Torna la calma, e con lei il pianoforte, nei percorsi di Innocenti, portatrice di qualche rivendicazione morbida. Qualche raggio di luce nelle sonorità di Sole d’Africa, con influenze reggae e un ritmo leggermente bailado, ma anche una certa malinconia. Si rivendica, sempre in modo soft, anche in Sciopero, oscillante e con alcune vibrazioni.
Un po’ di ironia e di Oriente entrano in Gira Giro, ricca di ambiguità. Intensità gypsy e memorie di Paolo Conte entrano in Aquaplaning, che parte dal tango per finire in marcetta. Navarca racconta di mare, su arie salate. Il vento si posa su Il coraggio di viaggiare, procedimento lento a bordo di chitarra. Varicella parla di malattie, ma con certi tratti di leggerezza rock. Non è la mia strada (non sfuggirà come quasi tutte le canzoni trattino il tema del viaggio) si muove sul morbido, con rimpianti e chitarra classica. A chiudere, ecco Come l’amore che, uscita molto malinconica dal disco. Un pugno di canzoni è anche quello che uno si può lasciare alle spalle. Ma se sono ricche, intense e vissute come quelle di Dido, vale la pena di aver vissuto.
Genere: canzone d’autore
The Twinkles, We Come Along
Il nuovo album di The Twinkles contiene dieci brani nel classico stile della band, nata oltre vent’anni fa: punk ’77 ricco di melodie e cori. Nel singolo We Come Along è racchiuso il messaggio/richiesta per ottenere spazio e possibilità di suonare per chi crea musica propria. A dire il vero non è proprio “propria” la musica con cui si apre il disco: c’è Beethoven reinterpretato al centro di Ludwig the Punk, non proprio una scelta mai vista. Si procede poi proprio con We Come Along, allegra e sfrontata. Più drammatica No More Faith In You, che affronta le delusioni a colpi di chitarra. Si flirta con il pop, soprattutto di marca british, con Bubblegum Girl.
Your Time Has Come invece propone una ritmica marziale e qualche asperità. Con C’est la Vie si torna a folleggiare allegramente, mentre Fantasy is My Mistress opta per il lato oscuro, spinta da chitarre ruggenti. Si passa rapidamente ai ritratti femminili: prima una Rich Girl tratteggiata con contorni molto elettrici, poi una Naughty Lady invece piuttosto romantica. Si chiude in chiave quasi Ramones con I Don’t Wanna Wake Alone Any More. Non sempre convintissimo, il disco di The Twinkles presenta comunque un pugno di canzoni divertenti e ben fatte.
Genere: punk
Low Fidelity Jet Set Orchestra, Searching for a Bit of Popularity
Low Fidelity Jet Set Orchestra torna con l’edizione deluxe dell’album Searching For a Bit of Popularity. Per festeggiare i dieci anni della sua uscita questa nuova versione è stata rimasterizzata e arricchita con quattro brani aggiuntivi del combo jazz funk usciti solamente in formato 45 giri. Il duo formato da Dave Masoch e Paolo “Apollo” Negri (The Link Quartet) deriva dall’ esperienza precedente dei Modulo 5, progetto nu-jazz e cinematic core, dal quale la Low Fidelity Jet Set Orchestra ha preso forma deviando su sonorità vintage ben radicate nel funk, con excursus di bossa nova conditi da un’abbondante dose di grooves realizzati dall’organo Hammond di Paolo Apollo Negri.
Si viaggia agilmente sul groove del funky acidino di Model’s Arrival, traccia d’apertura. E si prosegue sull’onda vintage di Forbidden Expo in Hawaii, morbida ma anche con qualche tocco di disperazione. Taxi’s Chase riporta citazioni di un funk che fu, rincorrendo faticosamente il proprio taxi. Behind the Star-System parte piano e ragionata, ma poi si lascia travolgere dal groove che prende possesso del brano e manda in soffitta tutto il resto. Funky Make-up affida molto di sé a una sezione ritmica fantasiosa, facendo salire a bordo però anche l’hammond. Più sognanti e oscillanti i toni e i modi di Obsexion, un’ossexione particolarmente conturbante. Between the Star-System lavora su temi a luce più scarsa, con movimenti che filtrano fino alla superficie.
Ecco poi una ricca mescolanza di sensazioni, quella di Modal Shopping Guide, che ci accompagna su sentieri di una psichedelia multiculturale e multicolore, organizzata attorno al giro di basso e poi immersa in un bazar orientale. Battiti molto funk e sensazioni che si sfumano in nuvolette colorate per Strange Message from a Photographer. Movimento continuo e intenso quello sul quale si basa Kebab’s Revenge, jazzata, ritmata e arrotondata. Tutti i colori del blues invece congiurano per una sommessa Super Shine.
Bahia Soul inaugura le quattro bonus track e non consente che ci si aspetti del soul né suona particolarmente brasileira, a parte che per le percussioni sullo sfondo, ma dà modo all’hammond di dare vasto saggio della propria abilità. Serrato l’avvio di Jazz Rocker, che parte acidella ed evolve in linea con un drumming nervoso e convinto. Molto compatta anche Danger Boogaloo, capace però anche di inserire variabili impazzite di tanto in tanto. Molte percussioni e alcuni fiati aiutano a definire Wasabi Sauce, che chiude il discorso. Le ristampe vanno sempre prese con le pinze, ma questa merita. Anche per (ri)scoprire sensazioni cinematografiche che fanno riferimento a decenni passati ma che non sono mai sembrate tanto attuali.