SHORTRAKS: tre recensioni in breve

TRAKS torna a proporti SHORTRAKS, tre proposte di dischi che potresti esserti perso. Questa volta tocca a Junior V, Bruno & the Souldiers, James and the Butcher.
Junior V, My Shelter
Junior V, classe ’98, è un cantante, strumentista e compositore pugliese con all’attivo un album d’esordio, Running on Jah Way e un ep, Stop Discrimination, realizzato insieme alla cantante italo-africana Sista Awa. Nel 2017 Junior V ha vinto il concorso organizzato da Soul Sound, progetto rivolto ai giovani talenti pugliesi finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, per la realizzazione di un album con letichetta pugliese Soulmatical. My Shelter è il suo nuovo disco, undici tracce aperte dalla title track, molto morbida e molto più vicina al folk che al reggae. L’atmosfera vira verso il dub con I’ll Be There Forever. Alta Marea scivola verso l’italiano e verso un atteggiamento (troppo) pop. Allegria e reggae in una Horizon over me particolarmente di buon umore.
Molto più raretta ed elettronica l’aria di Lapilli, con intermezzo rappato. Dopo la trascurabile Lost in you, ecco i sentimenti modulati di Change your String, prima di una piuttosto tagliente Nessun sentimento. Si torna al sole con Lonely Days, morbida e in pace con se stessa. Il temporale se la viaggia su temi cantautorali, colorati di elettronica, prima che Climbing Home chiuda il discorso. Posto che il disco appagherà i fan del genere, il disco di Junior V sarebbe risultato nettamente più efficace al netto di qualche riempitivo di troppo.
Bruno & The Souldiers, Kingston Funky Crime
James and the Butcher, Plastic Fantastic
Con Core si viaggia sull’ambiguo, sul sensuale e su un notturno un po’ sporco, che evoca NIN e compagnia. Ma il finale è jazzato e porta in tutt’altri posti. Antibiotics invece ha una partenza difficile, ma poi si avvia di corsa su sentieri veloci. Abbassamento drastico dei toni in Until I Will Find Her, con tanto di pianoforte. Mentre Miraculous Cancer risolleva toni e ritmi. Ma è niente rispetto a quello che succede con 7th Dimension, che picchia durissimo e sfonda i confini di genere arrivando fino allo stoner o giù di lì. Si torna a sensazioni sotterranee con 2nd Plan, che chiude l’album. Un disco con molte facce, quello di James and the Butcher, e sicuramente un esordio promettente.