#SHORTRAKS: tre recensioni in breve

Il primo SHORTRAKS dell’anno eccolo qui: salutiamo il 2019 con tre recensioni in breve. Quelle dei dischi di Last Eon, Xylema, Flying Disk
Last Eon, Before I Close my Eyes
I Last Eon nascono a Cassino (provincia di Frosinone) dalle ceneri dei Shy Eon. Sergio Todisco (voce e chitarra), unico membro rimasto dall’esperienza Shy Eon, nel corso degli anni ha continuato a scrivere materiale fino alle registrazioni dell’album di debutto, Before I Close My Eyes. Il disco si apre con la lunga title track, dieci minuti a passo moderato e con una certa qualità melodica distesa su tappeti di indie rock, con una vocalità che fa pensare agli Afghan Whigs e una lunga coda strumentale finale.
Deadgods apre con la calma dei forti, ma anche con una certa epicità. Il brano si spacca sostanzialmente in due lasciando in mezzo una serie di piccoli suoni di risorgenza. Voci in contrasto più che in contrappunto sono quelle che aprono The Wrong Song, altra lunga cavalcata a più tappe.
Molto minacciosa Elephant, che inizia ad armeggiare e ad arpeggiare paventando ulteriori ed esplosivi sviluppi. E infatti gli sviluppi, rumorosi, arrivano presto e dominano la scena. Si torna al cantato con Strange Open Spaces, più melodica e complessivamente più dolce rispetto al resto del disco. Disco, peraltro, efficace e complesso per i Last Eon, che operano con forza all’interno di cinque suite fluide e ben orchestrate.
Genere: rock alternativo
Xylema, Linfa grezza
Gli Xylema sono una band alternative rock italiana formatasi nel 2014 a cavallo tra Santo
Stefano Belbo e Canelli, in Piemonte. Formata da Alessandro Manzo (basso) Margherita Forno (batteria) e Francesco Grasseri (chitarra e voci) la band pubblica il primo lp Linfa grezza. Si parte subito forte: merito di Punto zero, figlia del grunge sorretta da un drumming veloce e continuo. Si fa rumore anche in Sale, che più che salata si fa amara, con una certa quantità di rabbia scaricata.
Assenzio viaggia su qualche contrasto, ma è sempre e comunque ben carburata e a giri alti. Basso in grande attività per Immorale, subito imitato da chitarra e voce, altro pezzo di impatto importante. Ritmi leggermente più controllati quelli di Aria di festa, comunque rumorosa.
Vecchie storie apre di chitarra e sviluppa una certa potenza di fuoco, utilizzando però alternanze di pieno e di vuoto. Lavoro di drumming molto continuo per Incomprensione, molto arrabbiata. Si chiude con Ringhiere, leggermente più morbida e sfumata, a mostrare anche altre possibili facce della band. Buono l’esordio per gli Xylema, che riescono a risultare potenti ma anche a trasmettere contenuti di una certa forza.
Genere: post grunge
Flying Disk, Urgency
Urgency è il nuovo disco dei Flying Disk, band nata nel 2010 a Fossano (Cuneo), che arriva dopo una ricca esperienza dal vivo. Il disco si apre con One Way to Forget, potente e coordinata, con dosi abbondanti di chitarra e qualche risonanza. Anche più cattiva e con la sezione ritmica impegnata in dialoghi molto serrati la seguente On the Run.
Straight fiammeggia e picchia duro, con atmosfere oscure ma anche con suoni che attraversano uno spettro abbastanza vasto. Dirty Sky prosegue nella serie di canzoni brevi ma capaci di colpire. Night Creatures spara parecchie cartucce, aggirandosi per lo più su temi notturni. Colori scuri e influenze grunge anche per Hammer, un martello piuttosto pesante e consistente.
Young Lizard aggiunge altro rumore, altre chitarre, un altro pezzo che probabilmente suonerà anche meglio dal vivo. Pezzo di chiusura, ma certo non declinante, è 100 Days, ultima sferzata di energia prima del congedo. C’è molta chitarra e c’è molto rock nell’album dei Flying Disk, ma c’è soprattutto un ottimo lavoro di squadra, ispirato e condotto a termine con abilità.