La prosecuzione della poesia con altri mezzi è il nuovo lavoro di Alex Cremonesi (e di alcuni notevoli amici che hanno collaborato).

L’album è stato concepito chiedendo a ognuno dei trentasei ospiti presenti sulle diciassette tracce di partecipare con un campione sonoro a propria scelta, senza nessun vincolo di velocità, timbro, armonia, melodia. Analogamente, agli interpreti vocali è stato chiesto di individuare uno tra cinque brevi testi che hanno come tema la psicanalisi. Anche in questo caso la scelta della tonalità e della linea melodica sono stati completamente liberi.

Le tracce sono state costruite utilizzando tutto il materiale sonoro pervenuto partendo dall’asserzione di Joan Mirò secondo il quale “è la materia che detta l’opera, che la impone”.

Autore musicale e letterario, Alex Cremonesi è fondatore e membro dei La Crus, con i quali ha realizzato otto dischi e si è aggiudicato i maggiori riconoscimenti della critica musicale italiana quali la Targa Tenco, il Premio Italiano della Musica, il Premio Ciampi.

Alex Cremonesi traccia per traccia

Si parte dal ribollire di Interstizio 2, avvio strumentale e pacato ma già inquieto del disco, con Luca Lezziero e Bienoise.

Ci sono invece Davide Invena, Stefano Giovannardi e Lagash su Desiderio I, che ha ritmi ragionati e situazioni ronzanti a occupare lo spazio.

Toni e modi decisamente classici in Orfeo 2, che con il pianoforte si immerge in un’atmosfera che però poi evolve: ci sono gli archi ma ci sono anche deviazioni dal percorso, in un pezzo che vede la collaborazione di Lorenzo Monguzzi e Alessandra Bossa.

La prosecuzione della poesia con altri mezzi, la title track (non l’ultima, come si vedrà) ha invece un impatto più drammatico e potente. Qui a giocare con Cremonesi ci sono Gianluca Secco e il vecchio amico Cesare Malfatti.

L’altro “amico”, Mauro Ermanno Giovanardi, presta la voce (e l’armonica) a Desiderio IV 3, alla quale partecipa anche Luca Olivieri, per un brano estremamente inquietante.

Su La prosecuzione della poesia con altri mezzi 2 troviamo Sarah Stride, Harptical e Riccardo Sinigallia, in un brano che lampeggia e corre, offrendo il fianco a contrasti forti.

Andrea Chimenti, Leziero Rescigno e Lagash intervengono sulla delicata Desiderio I 2, che scivola placida e leggera.

Molto più acida Orfeo, scelta come singolo di presentazione del disco, con la voce sempre stramba e laterale di Edda, all’opera sul brano insieme a Davide Arneodo.

Ci sono atmosfere scintillanti e quasi epiche all’inizio di Interstizio 3, con Max Casacci e Davide Tomat, capace di qualche cambio in corsa.

Si ferma su un loop invece Desiderio IV, rivelandosi a un tempo delicata e graffiata, con la partecipazione di Dany Greggio, Stefano Ghittoni, Howie B, Zakary Bernstein.

C’è Mara Redeghieri a sussurrare con dolcezza ma anche con un po’ di inquietudine sui suoni sintetici e morbidi di Noirêve ne La prosecuzione della poesia con altri mezzi 4.

Chiara Castello e Alessandro Commisso regalano groove e sensualità a Desiderio IV 4, in cui il sax finale si inserisce con soffice placidità notturna.

Un po’ più scivolante l’interpretazione di Barbara Cavaleri e Giorgio Prette con La prosecuzione della poesia con altri mezzi 3.

Arriva anche Euridice, con una spiegazione suggestiva del mito, in un pezzo di elettronica, all’inizio minimal e poi in crescita galoppante, co-firmato da Federica Fracassi e Frnkbrt.

Si lavora sui bassi e sugli archi con Interstizio 1, che vede la presenza di Sonambient e Lory Muratti.

Alessandro Grazian, Fricat e Xabier Iriondo intervengono su Desiderio IV 2, che ha toni piuttosto magniloquenti, quasi raveliani, e un beat profondo.

Nessun ospite invece per Please, Close Your Es, gioco di parole a carattere freudiano che chiude l’album in maniera ritmata e tutto sommato fluida.

Al di là del discorso dei titoli, che è giustificato dall’intercambiabilità dei pezzi ma che è anche causa del leggero filo di fumo che mi sta uscendo dalle orecchie in questo momento, il disco di Alex Cremonesi è portatore di un esperimento interessante e ben riuscito.

Le collaborazioni nobilitano il discorso, ma è l’impianto del tutto a ottenere importanza: come un compositore d’altri tempi, Cremonesi affida ai musicisti e ai cantanti la propria opera e assiste alla perenne trasformazione del suo lavoro, ottenendone risultati davvero notevoli.

Genere: elettronica

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