Alosi (al secolo Pietro Alessandro Alosi) pubblica 1985, il nuovo album in uscita per La Tempesta Dischi / Khalisa Dischi. Per la voce e penna de Il Pan Del Diavolo si tratta dell’esordio da solista.
Prodotto dallo stesso Alosi, 1985 è ripreso quasi interamente in presa diretta, scelta che rispecchia la volontà di dare maggiore enfasi emotiva alla performance dei musicisti in studio di registrazione.
“1985 è un viaggio musicale viscerale e intenso, un portale dimensionale attraverso quello che siamo, quello che saremmo potuti essere e quello che saremo.
La voce narrante è quella di un pioniere che torna da un lungo viaggio con la propria storia da raccontare fatta di fragilità, tenacia ed un finale ancora da scrivere. La musica è ispirata a sonorità rock, punk e new wave.” Alosi
Alosi traccia per traccia
Si parte proprio da 1985, la title track, che opta subito per sonorità rock ma senza eccedere con i suoni e comunque con un po’ di nostalgia sul fondo.
C’è molta new wave invece in 666, che si dipana in modo piuttosto drammatico e con bassi robusti e voluminosi.
Chitarre e rimpianti profondi sembrano dominare Hotel, che riverbera di elettricità. Un po’ più intima La mia vita in tre accordi, che pure ha un drumming roboante, ma ha anche tutti i sapori della confessione.
Imparare a cadere è tra le più ruvide e veloci, con le chitarre che dardeggiano e pungono parecchio.
Sa di ballad Rumore, che dà visibilità soprattutto alla voce (non che la voce si veda, ma insomma ci siamo capiti). Una certa dose di dramma si consuma nel brano.
Viaggi spaziali e molto elettrici, con qualche pizzico di tentazione psichedelica, si spargono lungo il viaggio Destinazione Marte, rumorosa e piuttosto cinematografica.
Si abbassano i toni con Di nuovo, un po’ più dolorosa e vicina al gusto “da cantautore”, benché il finale torni rumoroso.
Comete torna a solcare gli spazi con parecchia energia. Si chiude con Solo e vivo, passo cadenzato, suoni e risonanze,
Alosi si stacca in parte dalle atmosfere del Pan del Diavolo e offre un’interpretazione più personale del cantautorato rock. Ne risulta un disco solido e robusto, dotato di forza e di radici.