Se si potesse rappresentare la fine dell’estate con una sola immagine, probabilmente sarebbe un ombrellone chiuso, una spiaggia al tramonto con i colori puliti dal vento di settembre, con quell’aria che sembra avere un nuovo odore perché ha perso un po’ di consistenza insieme al colore. Il filtro sarebbe uno di quelli che rendono un po’ più vintage le immagini, quelli che scarichi apposta per far vedere che sei un grande fotografo perché l’effetto c’è ma si vede pochissimo.


Se si potesse raccontare la fine dell’estate con un sapore, probabilmente sarebbe quello del piatto tipico di casa nostra. Si torna dalle vacanze, si torna alla routine, si torna ai luoghi a cui si appartiene. Per esempio, la fine dell’estate per me che vivo a Genova sa di trofie al pesto e di focaccia calda, la prima cosa che vado a cercare quando rientro dopo qualche giorno fuori casa, il comfort food che placa anche l’ansia da prestazione per il settembre che bussa alla porta, e chissà se siamo pronti davvero.

Se si potesse associare la fine dell’estate a un odore, a un profumo, sarebbe quello che vogliamo avere sulla pelle in questa nuova stagione che arriva. Si abbandona il monoi, il cocco, le fragranze dolci e fresche tipiche dei prodotti solari, si lascia spazio a essenze più complesse, perché d’estate è tutto più facile: vestirsi, farsi belli, profumarsi. Un tocco di trucco, un paio di puff di qualche doposole che se poi ne metti troppo arrivano le zanzare a rovinare la serata.

Se si potesse toccare, la fine dell’estate avrebbe la consistenza della sabbia che scivola tra le dita. Ogni granello potrebbe essere immaginato in una grande clessidra, simbolo del tempo che scorre implacabile. Lo senti perché ci stai mettendo le mani dentro, perché adesso la sabbia non scotta neanche più. E puoi vedere quanto va veloce, non devi immaginarlo o rendertene conto solo in qualche attimo. Viaggia, sempre, più di quanto effettivamente d’inverno ci capiti di pensare.

Se si potesse ascoltare, la fine dell’estate saprebbe della nuova musica che sta per uscire, che sono belli i tormentoni estivi, ma con l’autunno arrivano sempre tante splendide sorprese. Ma avrebbe anche la voce di mia madre, che mi chiama per tornare dentro casa quando fuori ormai c’è troppo fresco per stare senza almeno una felpa sulle spalle.

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