amore italiano è il debut album di dellacasa maldive, in uscita per La Valigetta. Dopo i singoli genova, davide e ferrara di furio, che hanno attirato l’attenzione sul progetto di Riccardo Dellacasa, Edoardo Castroni, Dario Canepa e Davide Beziér, arrivano così dodici brani inediti nati da i racconti di Davide, un ragazzo conosciuto da Riccardo durante una notte d’estate di due anni fa su un pontile a Genova.
La storia di amore italiano inizia dalle parole con cui Davide saluta Riccardo: “sei mai stato alle Maldive?”. È il punto di partenza, a cui seguono i lavori di scrittura all’interno di una camera milanese, e quelli di registrazione, divisi tra Roma e il capoluogo.
Il risultato racconta i ricordi di un’estate, quella passata da Davide, fatta di dolori per la scomparsa di un amico, di un complicato amore con la sua ragazza, di corse notturne, di balli infiniti, di giri sulla ruota panoramica, di spiagge e della luce del mare a inizio autunno.
Le sonorità rispecchiano le diverse anime musicali del progetto dellacasa maldive: attorno a correnti synth pop dal gusto retrò s’intrecciano contaminazioni disco e divagazioni psichedeliche. Canzoni in grado di far ballare, di divertire e di trascinare l’ascoltatore in scenari estivi, rilassati e sfrenati allo stesso tempo.
dellacasa maldive traccia per traccia
Si entra in questo album ricco di minuscole con adeguamento lento, che ha già un discreto armamentario vintage a livello sonoro in esposizione: brano sussurrato ma ritmato, con vaghe nostalgie disco.
Un po’ più pop a tutto tondo un anno fa, in cui le nostalgie si fanno concrete anche a livello di testo.
Anche giostra si è già fatta sentire, come ultimo singolo presentato: un notevole groove di basso sottolinea un giro sulla ruota panoramica di Genova funestato da un evento a sorpresa.
fiume di piume si apre quasi blues, inserendo poi piano piano tutti gli elementi scintillanti che colorano di pop l’aria.
Ritmi lenti e quasi trattenuti in lacoste, sempre con il basso a lavorare a fondo, con un finale un po’ declinante ma ricco di suoni luccicanti.
Molto più elettronica e cupa la corsa, in cui tutti i luccichii svaniscono in un’onda sintetica e robotica, per raccontare i postumi di un amplesso (“cercando di fretta uno specchio/controlli i miei morsi”).
in faccia torna a colori, anche se non spinge troppo sull’acceleratore. Almeno non quanto confettura, ad alto contenuto di zuccheri e di ritmetti frizzanti.
Ricordi e un po’ di new wave contraddistinguono frigorifero, inteso come elettrodomestico al quale attaccare memorie formato calamita.
in silenzio riabbassa le luci per un pezzo soffuso e intimo, con coda finale strumentale improvvisamente dance.
C’è un’aura morbida intorno a settembre, breve e ritmata. Prima che sole d’autunno chiuda il discorso, con un’aria da colonna sonora anni ’70.
Di ambito indubbiamente itpop-indie pop-synth pop, il progetto dellacasa maldive si distingue dal panorama complessivo per una certa abilità narrativa di fondo, che colpisce chi non si ferma ai suoni vintage e a volte zuccherosi.
Ne esce un album interessante e molto più sfaccettato di quanto potessero far intendere i singoli presi singolarmente, se è consentito il gioco di parole.