Francesco Pizzinelli con il suo progetto Jocelyn Pulsar è ormai attivo da oltre un quindicennio nella scena indipendente italiana, con otto lp e un paio di ep all’attivo.
L’ultimo disco si chiama Contro i giovani e ha avuto una gestazione piuttosto lunga, circa due anni, durante i quali il cantautore romagnolo si è sposato ed è diventato padre. Il “tempo”, in realtà, è il vero protagonista delle sette tracce che compongono questo disco.
“In un mondo, quello della musica, dove ormai tutto quello che esce è pensato e prodotto su misura per gli under 15, io ho scritto un disco per i miei coetanei, quelli che si aggirano attorno ai 40 anni , e l’ho intitolato Contro i Giovani”
Jocelyn Pulsar traccia per traccia
L’apertura del disco è esplosiva, ma più per il titolo che per potenza della musica: Bombe inesplose è una canzone di rock cantautorale in cui la malinconia ha il sopravvento sull’aggressività.
Il basso dardeggia nell’apertura di Scopamica, che inizia con una serie di immagini abbastanza frenetica, poi racconta di nostalgie e scelte non proprio azzeccate.
Ecco poi la title track, Contro i giovani, anch’essa con qualche riverbero di malinconia elettrica e un po’ psichedelica, e un cantato piuttosto torrenziale.
Ottimo match quello che mette di fronte Superman vs. Van Damme (ma è ancora in giro Van Damme?), che riverbera qui e là di immagini curiose, tipo quella di un figlio come un pezzo tondo del Tetris. Ma l’idea sottesa a “Ti difenderò/dalle canzoni dei Modà” meriterebbe un Grammy.
Idee imprenditoriali sono alla base di Mi volevo comprare un bar, piccoli sogni anche un po’ provinciali arricciati lungo le corde di una chitarra elettrica.
Le esperienze dei concerti in locali non affollatissimi è al centro di Bangladesh, con qualche rimpianto (“il recensore entusiasta del mio disco/stasera è andato a sentire Calcutta/e mica me”: il che pone il presente recensore del disco di fronte a future e non desiderate responsabilità).
Si chiude con Le balene, con altri ricordi del passato e una linea molto semplice di chitarra e voce, ma anche qualche consolazione coniugale.
Un disco non sempre allegro (ma come si fa a essere sempre allegri, tra l’altro se sei vicino ai 40 e non ai 4 anni?) e con qualche spigolo qui e là. Ma Francesco Pizzinelli aka Jocelyn Pulsar filtra tutto con ironia e anche gli spunti più amari si possono vedere sotto una luce benevola, con ampie dosi di speranza agrodolce e di canzone d’autore.