Anticipato dal video denuncia Come va oggi il nostro amore? (in cui si pone l’attenzione sulle tragiche condizioni dei migranti africani) è uscito su tutte le piattaforme digitali il secondo album di inediti de La Tarma dal titolo “Usignolo Meccanico“, edito da LullaBit Edizioni e coprodotto da Lele Battista.
Il disco è il manifesto pop poetico dell’artista: arriva a oltre cinque anni di distanza dall’esordio Antitarma (Qui Base Luna, 2014) e rappresenta un esempio di come si possa fare musica pop strizzando l’occhio alle melodie retrò ma con un sound contemporaneo.
La Tarma traccia per traccia
Il disco si apre con la title track Usignolo meccanico: un giro di basso molto continuo propone una base solida su cui si stende un brano sostanzialmente synth pop, ma con molta enfasi sulla voce calda de La Tarma.
Con Cause di forza maggiore ci si circonda di synth palesemente anno Ottanta e ci si rende conto che potrebbe essere una canzone di Alberto Camerini (o di Howard Jones), con un cantato però particolarmente avvolgente.
Ecco poi proprio il singolo, Come va oggi il nostro amore, che a dispetto del titolo non è esattamente una canzone che parla di rapporti di coppia. Anzi le interazioni descritte nel pezzo non hanno molto di gentile.
Giri sintetici aprono un’altra canzone dal titolo contraddittorio: Chitarra e voce, curiosa e piuttosto ironica, nonché con toni abbastanza vintage.
Si recupera un minimo di compostezza con Se resto uguale, che ha comunque tastiere che sgusciano un po’ in tutte le direzioni.
I toni sono più notturni e intimi in Soffiami il buio via dal cuore, sorta di ricerca, anche radiofonica e musicale, di un amore perduto.
Intrecci piuttosto complicati quelli tratteggiati in Volevo convincerti a cambiare, che si scontra con le difficoltà dei cambiamenti altrui (con un piccolo accenno mitologico leggermente straniante ma ben collocato).
Si cambia orizzonte e si flirta con la dance in Amsterdam, con un beat preciso e regolare, tra aspirazioni e ricordi di ciò che è passato.
Si va sul dantesco con E’ l’amore che muove tutte le cose, che torna a parlare dell’usignolo (in toni che sono già meno danteschi), tra suoni leggermente orientaleggianti e un’atmosfera soft.
La chiusa Un passo alla volta riesce a citare in contemporanea Enola Gay e Stand by me, per poi passare a un brano pop filosofeggiante, ma con un battito molto netto.
La Tarma conferma i tratti di originalità che già si conoscevano, ma fa qualche passo più in là in termini di costruzione di uno stile che ormai è riconoscibile e peculiare. Il risultato è un disco che riesce a essere leggero e profondo al contempo, prendendosi sul serio il giusto e dando fiato a varie aspirazioni pop.