Flat Bit, “Il giorno dopo”: recensione e streaming

Edito da Revubs, il nuovo album dei Flat Bit è Il Giorno Dopo. La band pesarese fa ritorno a due anni dall’ultimo lavoro discografico.

Il Giorno Dopo è un disco caratterizzato da contaminazioni di vari generi e traccia in otto canzoni una linea temporale immaginaria sulla giornata tipo di chi, per ripartire da se stesso, ha bisogno di qualcuno che gli dica che andrà tutto bene.

Flat bit traccia per traccia

Occhiali da sole apre il disco con un tempo un po’ reggaeggiante, combattendo i postumi di notti brave con confronti dolceamari e molto pop.

Serrati i ritmi di Fuori dal coro, contrassegnata da un drumming estremamente deciso. Poi si funkeggia parecchio e in modo arioso.

Ci si rimette al centro con Riparto da me, brano di pop schietto e dal sapore un po’ vintage.

Desideri di fuga e basso che fornisce linee pulite sotto La cosa giusta, a tinte leggermente black.

C’è invece il synth impegnato a disegnare tracce nette all’interno di Ventitré, molto agile e movimentata.

Speranze in declino e sensazioni autunnali riempiono Luci spente, tra circostanze della vita e tentativi di ripartenza.

Molto vocale e svelta, ecco poi Macerie, pop con qualche influenza internazionale in bella vista.

Pianoforte e una certa mestizia per Opinione, che chiude il disco ma che si anima un po’, mettendo rilievo contraddizioni e contrasti.

Rispetto al classico synth pop che si sente ormai ovunque, i Flat Bit decidono per strade più analogiche e soprattutto per una coloritura più black che regala al loro album qualche spunto di interesse e originalità.

Genere: indie pop, power pop

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