Il Silenzio delle Vergini, “La chiave di Berenice”: recensione e streaming

La chiave di Berenice è il quarto lavoro in studio de Il Silenzio Delle Vergini, in uscita in coproduzione tra I Dischi Del Minollo e (R)esisto (Audioglobe distribuzione), dopo Colonne sonore per cyborg senza voce (2017), Su rami di diamante (2018) e Fiori Recisi (2020).

A ognuno di noi nella vita è capitato almeno una volta di porsi domande, di raccontare storie a noi stessi sulla natura, l’amicizia, la diversità, il viaggio, l’amore. A ognuno di noi è capitato di subire ingiustizie, di perdere qualcuno, di fare nuove conoscenze e chiederci se fidarci o no. La chiave di Berenice vuole trovare la “chiave” per esprimere queste sensazioni. Queste dieci canzoni raccontano piccole storie di vita quotidiana nelle quali si analizza lo squarcio interiore che c’è all’interno di ogni protagonista.

Il Silenzio delle Vergini traccia per traccia

Il celebre “I have a dream” di Martin Luther King fa da prologo dell’album in Martin. Poi parte una ragionata Kaori Kosei, su tappeto sonoro variegato e ricco di elementi diversi.

Molto più inquieta Marcel, che si aggira su oscurità elettroniche, ma lascia spazio anche a qualche apertura melodica improvvisa. Il testo si avvale di ripetizioni a loop, a sottolineare i concetti.

Un battito che arriva da lontano caratterizza Alba Varden, singolo che racconta di navigazioni in mari immensi. Si arriva a metà disco con Maetel, che esplora nuovi concetti sonori, per lo più in campo elettronico.

Ecco poi Berenice, che si concentra sulle invettive e sulle violenze verbali, spesso mascherate con un presunto amore, che le donne subiscono ogni giorno.

Tutt’altro ambito quello in cui si muove Pan, che lascia spazio a sonorità piuttosto morbide e dreamy. Si parla invece di Nosferatu in Vincent, che gioca con atmosfere horror e vintage.

Marguerite ha un battito intenso e propone vibrazioni, mentre propone una “felicità delirante”. Incroci di occhi in una Anastasia che chiude il disco in modo molto soft.

Il Silenzio delle Vergini arriva a un quarto disco che costruisce sulle certezze sonore. Il recitato, che è utilizzato soprattutto come complemento alle sonorità, risulta però un po’ monocorde, mentre sarebbe stato il caso di avvalersi di qualche colore in più.

Genere musicale: alternative, post rock

Se ti piace Il Silenzio delle Vergini ascolta anche: I sospesi

Pagina Instagram Il Silenzio delle Vergini